Presto l’attesa per l’arrivo di un taxi potrà diventare più breve e meno snervante per turisti e cittadini siciliani. Mercoledì 11 ottobre è entrata in vigore la legge numero 136 del 2023 che ha convertito il cosiddetto decreto Asset, emanato lo scorso agosto. Palermo e Catania, insieme ad altri Comuni italiani, sono adesso autorizzati ad ampliare il numero delle licenze per i tassisti che operano nel proprio territorio comunale fino al 20% delle licenze già concesse. Per chi ne possiede già una, vengono introdotti incentivi e nuove opportunità.
Alcuni capoluoghi siciliani hanno adesso la possibilità di bandire nuovi concorsi straordinari per il rilascio di licenze e per l’incremento del servizio. La disposizione di legge è stata pensata per quei comuni in cui gli spostamenti veloci dovrebbero essere la regola. Si tratta di capoluoghi di regione, come Palermo, di città metropolitane, come Catania e Messina, e di tutti i comuni nel cui territorio si trova un aeroporto internazionale.
In questi luoghi l’afflusso turistico è maggiore che nelle zone rurali ed il ruolo dei taxi risulta essere fondamentale sia per i viaggiatori che arrivano in Sicilia senza mezzi propri, sia per l’economia siciliana. Si sa che un turista soddisfatto dei servizi offerti, spostamenti compresi, attira nuovi afflussi turistici di connazionali, e non solo, attraverso il passaparola.
Secondo i dati del portale Taxi.it, il numero delle classiche vetture bianche presenti a Palermo è di appena 322 mezzi, con una media approssimata di un taxi ogni 2.000 abitanti. Non migliora la situazione neppure nella parte orientale dell’isola, dove a Messina si rileva un dato ancora peggiore: appena 102 taxi, cioè un taxi ogni 2.279 abitanti. Che il settore in questione abbia bisogno di un ampliamento dell’offerta non vi è alcun dubbio, ma sulle modalità con cui questo obiettivo vada raggiunto non c’è unanimità d’intenti.
Non tutti, infatti, sembrano aver gradito il nuovo provvedimento. All’indomani dell’approvazione della legge, si sono già verificati scambi di accuse al veleno tra il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy. Le accuse rivolte dal primo al secondo si basano sull’impossibilità per i Comuni di poter incassare almeno una parte del prezzo pagato da chi ottiene le licenze, come invece avviene tramite la procedura ordinaria di assegnazione.
Per poter ottenere le nuove licenze, anche i tassisti dovranno sostenere alcune spese. Infatti, il rilascio, a titolo oneroso, potrà avvenire soltanto a condizione di possedere un veicolo a basse emissioni di Co2, al fine di incentivare la mobilità verde. A tal proposito, la legge prevede anche la possibilità di fruire di incentivi economici per l’acquisto di nuovi mezzi più ecologici.
Le novità introdotte dal nuovo provvedimento non si fermano qui. Adesso, infatti, è possibile per tutti i comuni la concessione di licenze aggiuntive, seppur in via sperimentale e per la durata massima di un anno, a chi ne è già titolare. Ottenuta la seconda licenza, per il beneficiario sarà possibile sia gestirla in proprio che cederla a pagamento a terzi. Inoltre, ai titolari di licenze taxi è sempre consentito avvalersi di seconde guide che operino in fasce orarie diverse ed aggiuntive rispetto a quelle del titolare. Condizione indispensabile, tuttavia, è che anche le seconde guide siano in possesso dei requisiti richiesti dalla legge.