Battaglie sindacali unitarie per rivendicare i diritti ‘negati’ dalla Fondazione Teatro Massimo, che non ha dato risposte su precariato storico, trattenute in busta paga e contrattazione collettiva: potrebbe estendersi a macchia d’olio la protesta dei lavoratori di una delle istituzioni culturali più importanti della città.
Dopo lo sciopero proclamato dal Libersind Confsal in occasione del concerto di Péter Eötvös, con l’adesione di trentasei lavoratori, sono circolate voci di spaccature tra le organizzazioni dei lavoratori. Adesso la Fials Cisal, con il tenore Antonio Barbagallo, invita tutte le organizzazioni dei lavoratori alla condivisione d’intenti: “La protesta deve essere indirizzata contro la fondazione, il resto è secondario – afferma il sindacalista – Le questioni in ballo sono tante e tutte delicate“.
Insomma, un’esortazione all’unità di tutti i lavoratori. Nel frattempo prosegue il confronto al tavolo delle trattative con la Fondazione. Le organizzazioni dei lavoratori attendono risposte entro un mese. La ‘fumata nera’ potrebbe dare la stura a forme di protesta ancor più partecipate di quelle passate: “A quel punto – conferma Barbagallo – ‘liberi tutti’, non potremmo mai prendere in giro i nostri iscritti”.