Torna il sole fra Roberto Lagalla e Renato Schifani. Concluso il weekend che ha visto il primo cittadino partecipare alla convention azzurra in quel di Santa Flavia, per l’ex Rettore è tempo di tornare a pensare alle società Partecipate del Comune di Palermo. La partita dei posti di sottogoverno è ancora aperta. E al netto dei ritrovati rapporti con il governatore siciliano, c’è da superare alcune resistenze di Roma su delle caselle chiave. A cominciare dalla Fondazione Teatro Massimo.
Il nodo Teatro Massimo
Proprio sabato, il sindaco è stato avvistato dalle parti del Teatro Massimo intorno a metà mattinata. Un passaggio a cui è seguita la presenza in prima fila a Santa Flavia, accanto a Maurizio Gasparri e ad Antonio Tajani, per poi recarsi allo stadio Renzo Barbera a seguire il successo dei rosanero contro la Reggiana. Un’agenda piena di appuntamenti nella quale la parola società Partecipate si è ripetuta spesso non solo sabato, ma anche nei giorni precedenti e in quelli a seguire.
Ed è proprio la poltrona di piazza Verdi uno dei nodi chiave da sciogliere. Per il sindaco il nome numero uno in agenda per il ruolo di sovrintendente è quello dell’uscente Marco Betta. Profilo sul quale ci sarebbe la convergenza anche del presidente della Regione, con cui oggi i rapporti sembrano essersi riappacificati. “Il rapporto con Schifani non è mai venuto meno – dichiara Lagalla –. Si possono avere, come in tutte le famiglie, dei momenti in cui si affrontano problemi da visuali diversi, ovvero si affermano legittime posizioni differenziati. Ma non è mai venuta meno né la stima, né il rispetto reciproco, né il comune operare all’interno di una coalizione di centrodestra“.
Il messaggio di Lagalla al Ministero
Sulla strade della chiusura della pratica Teatro Massimo rimane però un problema, ovvero le resistenze romane e le mancate risposte dal Ministero della Cultura. La scorsa settimana era in programma a Palermo una visita del titolare del dicastero Alessandro Giuli, ma l’esponente del Governo Nazionale non si è presentato. “La situazione del Teatro Massimo non dipende nè dal presidente Schifani nè dal sindaco di Palermo. Abbiamo completato tutti gli atti. Manca soltanto l’adempimento che deve compiere obbligatoriamente il Ministero della Cultura, ovvero la nomina del consigliere d’indirizzo. L’organo direttivo del Teatro Massimo è un organo perfetto, quindi va completato in tutta la sua interezza. Certamente, avendo avuto affidate dal Ministero tutte le competenze gestionali del Teatro Massimo, non mancherò nelle prossime ore di sollecitare la definizione di una situazione che, se fosse dipesa dalla Regione Siciliana o dal Comune, avrebbe visto certamente il commissariamento“.
Il caso Gesap
C’è poi il caso Gesap. La società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino è al momento senza amministratore delegato. Vito Riggio, uscente, potrebbe rientrare al suo posto. Un nome sul quale Lagalla e Schifani concordano. Per farlo, l’ex presidente di Enac deve ritirare le dimissioni al primo CdA utile. Ma ad oggi questo passaggio non è stato ancora espletato, anche se il sindaco vuole tranquillizzare tutti. “Gesap ha un CdA regolarmente costituito che al suo interno dovrà ritrovare al più presto il suo amministratore delegato. Il nome che è conosciuto, ovvero quello del professore Vito Riggio, è al di sopra di ogni sospetto. Non aspettiamo altro che il Consiglio d’Amministrazione si determini rispetto a una cosa che la politica vede con assoluta normalità“.