A Palermo, l’inchiesta che ha scosso il Comune di Palermo con l’arresto dei capigruppo di Pd e Italia viva al Comune ha scoperchiato uno scenario di corruzione fra colletti bianchi e politica che potrebbe far ripiombare la città indietro di trent’anni. “La stessa immoralità con cui Cosa Nostra operava il sacco di Palermo negli anni Settanta, ora mi attendo dalla politica una reazione esemplare di fronte a queste tristi vicende”. A tuonare così sul terremoto giudiziario che ha colpito il Comune di Palermo è il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra.
I sette arresti (LEGGI QUI) squarciano il silenzio tra le colate di cemento che in questi anni sono state diffuse nel Capoluogo siciliano. Due personaggi – tra i 7 al momento indagati – pare siano molto vicini al sindaco Leoluca Orlando che da numerose legislature è nella poltrona massima del Comune di Palermo.
Il primo è Sandro Terrani ex capogruppo del Movimento 139 (la lista di Orlando) approdato da qualche mese nel partito di “Italia Viva”, membro della commissione Bilancio:
“...gli elementi di indagine consentono di ritenere che l’indagato Terrani Sandro, consigliere comunale, si sia interessato al fine di fornire un concreto impulso affinché i piani costruttivi… fossero rapidamente calendarizzati e portati all’ordine del giorno del Consiglio comunale per la loro approvazione”, scrivono gli inquirenti.
“È finito il tempo dei congressi, fatti di tessere di ‘anime morte’, e delle primarie fatte per eleggere un capo il cui partito di riferimento è dilaniato da correnti rissose. Il nostro è un appello forte all’Italia e all’Europa alternative alle banche, agli speculatori finanziari e alle caste. Il nostro obiettivo e’ di far nascere un campo politico largo, che abbiamo chiamato ‘Movimento 139‘”. Affermava nel lontano 2013 Orlando in merito alla nascita del nuovo partito politico in cui proprio il Terrani era uno dei leader.
Il secondo protagonista di questa vicenda – pare – molto legato al primo cittadino di Palermo, stando alle parole del pentito Filippo Salvatore Bisconti, è il funzionario comunale Mario Li Castri.
“...il collaboratore di Giustizia, Bisconti Filippo Salvatore, le cui propalazioni, soggettivamente credibili, alla luce dei rapporti professionali da lui intrattenuti, in qualità di costruttore, con gli indagati Seminerio e Li Castri, sono state confermate dai dati obiettivi osservati dalla p.g. circa i cantieri edili curati dai due indagati quali progettisti e direttore dei lavori di un cantiere edile del quale Bisconti si è occupato come costruttore, nonché dalla documentazione amministrativa acquisita relativamente ai cantieri di via Di Blasi di cui al capo B) e di via Petrocelli di cui al capo D)…”. Si nota dalle carte degli inquirenti.
Il collaboratore di giustizia davanti ai Pm evidenzia più volte la vicinanza del funzionario comunale ad Orlando. Anzi afferma che: “L’architetto Li Castri mi risulta essere persona di Orlando nella persona di Emilio Arcuri…”
“…mi risulta e praticamente avendo.. aveva lo studio in società con l’architetto Seminerio... l’architetto Seminerio poi si è tolto dallo studio perché.. per non figurare direttamente all’interno dello studio, però le pratiche degli uffici.. degli uffici dell’Edilizia Privata di pomeriggio venivano trattare dall’architetto Seminerio, che a sua volta era socio di…“
Alla domanda dei Pubblici ministeri: “Lei come fa a saperlo?”. Bisconti risponde: “Lo so direttamente perché mi viene detto da loro, dall’architetto Li Castri e da Fabio Seminerio…”.
Al collaboratore di giustizia durante gli interrogatori sono state presentate le varie fotografie dei personaggi coinvolti nell’inchiesta che sta facendo tremare Palazzo delle Aquile.
IL PENTITO CHIAMA IN CAUSA EMILIO ARCURI
All’immagine numero otto il Bisconti afferma: “Li Castri…Persona.. persona di.. di Emilio Arcuri al 100% e del Sindaco Orlando pure. Cioè tutto quello che faceva lui, faceva capo a Emilio Arcuri, nonché al Sindaco Orlando…Dettomi da lui, non deduzioni logiche, dettomi da lui”.
Il collaboratore di giustizia fa un quadro della Edilizia privata del comune di Palermo abbastanza sconfortante.
“Io non frequento gli uffici dell’Edilizia Privata da un annetto e passa, ma prima ci andavo molto spesso.. Praticamente spesso.. lì le cose funzionano che i funzionari si fanno.. si fanno tornare di pomeriggio nei propri studi professionali gli utenti e quindi le pratiche che dovrebbero trattare in ufficio, anche se la pratica resta in ufficio, la trattano direttamente nei loro uffici, ovviamente con i compensi del caso… ma in passato devo dire che buona parte degli ingegneri e dei geometri che orbitavano là dentro, dico un po’ l’80% quasi tutti facevano… usavano questa pratica… Per esempio ultimamente mi risulta che lo facesse l’Architetto Li Castri”.
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