Il deputato regionale Tony Rizzotto, traghettato nelle scorse settimane al gruppo Ars di “Ora Sicilia”, spiega le proprie motivazioni in merito alla rottura con la Lega di Salvini. Motivazioni che arrivano dopo 20 giorni dalla nota inviata dal commissario regionale del Carroccio, Stefano Candiani, che tecnicamente lo ha messo alla porta dopo la decisione del deputato di entrare nel gruppo di Luigi Genovese.
“Ho inviato un telegramma a Salvini e Giorgetti per avvertirli che per il commissario Candiani, la mia esperienza politica nel partito era conclusa”. Anche se Rizzotto continua ripetutamente a ribadire durante la conferenza stampa che: “Non sono stato cacciato ma mi sono allontanato dal partito. La mia stima rimane immutata nei confronti di Salvini e Giorgetti”.
Il deputato regionale spiega la cronostoria della sua adesione del partito: “Sono stato invitato a candidarmi alle scorse regionali con la Lega convinto da Angelo Attaguile. Molti mi dicevano che era un rischio ma io ci ho creduto. Il risultato è che sono stato il primo deputato regionale del movimento di Salvini. Ma con l’arrivo del commissario, Stefano Candiani le cose sono cambiate. Si è innescata una mancanza di democrazia all’interno del partito”
Candiani è stato inviato in Sicilia da Matteo Salvini per riorganizzare la Lega dopo la bufera dell’inchiesta che aveva messo sotto indagine Mario e Salvino Caputo oltre ai due coordinatori di allora Angelo Attaguile e Alessandro Pagano. Parrebbe che, anche il deputato Rizzotto, ha delle beghe giudiziarie ancora irrisolte.
L’ex esponente del Mpa di Raffaele Lombardo rivendica la propria sofferenza in merito alla mancanza di autonomia politica: “Io non ero più gradito nel partito”. Autonomia rivendicata, però, che non trova riscontro nello scarso lavoro in Ars: ad oggi Rizzotto non ha stilato nessun disegno di legge né interrogazione, interpellanza parlamentare o mozione durante questa legislatura. Ma si difende e dice: “Non avevo un dialogo col partito per questo non ho potuto fare attività all”Assemblea regionale”. Non risulterebbero, però, sue proposte di iniziative parlamentari formulate dall’ex salviniano al partito.
Infine, l’ormai ex leghista, difende il suo nuovo gruppo parlamentare e afferma: “Non siamo un gruppo di scappati di casa, ma vogliamo dare sostegno alla maggioranza del governo Musumeci”. Alla domanda se questo gruppo sia stato creato per far avvicinare il governo Musumeci al partito della Lega, Rizzotto risponde speranzoso: “Non è da escludere in un futuro”.
Se però la strada è quella scelta fino ad ora, non sembra che sia una strategia che possa sortire effetti in questa direzione. Soprattutto, alla luce delle parole di chiusura arrivate da area leghista rispetto a chi, forse, troppo presto ha fatto “i conti senza l’oste”.