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Triolo (Lega): “Persone rientrate in Sicilia e “sequestrate” in casa, Regione e Asp intervengano”

sabato 18 Aprile 2020
Antonio Triolo

“Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di cittadini rientrati in Sicilia durante l’emergenza coronavirus e che, nel perfetto rispetto delle norme si sono posti in quarantena ottemperando a tutti gli adempimenti imposti dalla legge. Contattati via PEC o in altra forma dall’ASP nei primi giorni di isolamento, gli è stato comunicato che in prossimità della fine della quarantena (che dovrebbe durare 14 gg.) avrebbero dovuto essere sottoposti a tampone prima di uscire. Parliamo di persone assolutamente asintomatiche e che non avevano né hanno avvertito alcun sintomo di Covid19”.

A sottolinearlo è il commissario provinciale del partito di Salvini a Palermo, Antonio Triolo.

“Ho notizie, fra queste – spiega – di persone tornate per assistere parenti invalidi o per ragioni di lavoro, persino di persone che dovrebbero ripartire perché altrimenti a rischio licenziamento, e che non hanno più alcuna notizia dall’ASP da 20 o addirittura 25 giorni. Nessun tampone né alcuna indicazione. I medici di famiglia non sanno che rispondergli e i numeri di emergenza della Regione e dello Stato (1500) cadono dalle nuvole”.

“Chiediamo che l’Assessorato alla Sanità ed i vertici dell’ASP intervengano immediatamente. La limitazione della libertà personale è un vulnus accettabile in situazioni straordinarie come quelle che stiamo vivendo, nei limiti delle norme, dello strettamente necessario a garantire salute e sicurezza e del buon senso ma ci sembra che, in questi casi, ci troviamo molto oltre questi limiti. Se non si fosse in grado nei tempi previsti, per motivi che non sappiamo, di fare i tamponi che la stessa Regione ha imposto, si proceda a lasciare uscire queste vittime di un bug nel sistema anche al limite autocertificando che, a seguito del congruo tempo trascorso, non hanno mai avuto sintomi di alcun tipo e risultano a tutt’oggi asintomatici”.

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