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Truffa all’Inps a Palermo: la fabbrica dei falsi invalidi. Arresti e indagati

martedì 14 Gennaio 2020
finanza

Due arresti e trentuno indagati. Questo l’esito del blitz della Guardia di finanza di Palermo che ha scoperto un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro, avrebbe fatto ottenere illecitamente indennità previdenziali o assistenziali. Una truffa all’Inps in grande stile. Tra i falsi invalidi sono stati scoperti ciechi in grado di leggere le lettere prese dalla cassetta delle poste, persone incapaci di camminare da sole che guidavano l’auto e individui con l’indennità d’accompagnamento beccati a esibirsi in balli di gruppo.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di Antonino Randazzo, 57enne di Terrasini, e di Filippo Accardo, 48enne di Camporeale, titolare di due Caf: il primo è finito in cella, mentre l’altro ai domiciliari. Per i due le accuse sono di concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e traffico di influenze illecite.

IL SISTEMA

Denunciati a piede libero diversi soggetti tra dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissione mediche Asl e responsabili dei Caf. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, i due arrestati erano al vertice dell’organizzazione, che si avvaleva di una serie di collaboratori e complici, e avevano messo in piedi un sistema talmente rodato negli anni che erano diventati una sorta di punto di riferimento per chi volesse ottenere le indebite prestazioni previdenziali.

Ai procacciatori di clienti spettava il compito di trovare, tra coloro che sembravano più bisognosi e disponibili a chiedere un aiuto, le persone disposte a partecipare alla truffa. Una volta individuati, i soggetti venivano indirizzati verso i medici compiacenti che firmavano i certificati con le false patologie per richiedere le indennità. Ma non solo: gli stessi medici, in alcuni casi, attestavano formalmente l’intrasportabilità dei soggetti in modo da evitare la visita collegiale e ottenere la visita a domicilio, dove ‘preparavano’ i falsi invalidi sui comportamenti da tenere nella visita di controllo. Una volta che tutto l’iter si era concluso e il falso invalido aveva ottenuto i benefici previsti dalla legge, l’organizzazione andava all’incasso con un tariffario prestabilito: generalmente un anno di indennità, pari agli arretrati erogati dall’Inps.

Con lo stesso provvedimento d’arresto, il gip ha disposto anche il sequestro di 100mila euro.

INDAGINE PARTITA DA UNA LITE DI COPPIA

Tutto il filone d’inchiesta sarebbe nato dalla denuncia di un marito tradito e abbandonato.

E’ lui, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Piergiorgio Morosini, che dopo la separazione dalla moglie va in commissariato a Partinico e rivela che la moglie non è cieca e non ha difficoltà motorie pur percependo una pensione d’invalidità e l’accompagnamento senza averne diritto.

L’uomo consegna agli investigatori tutti i documenti necessari per risalire alla truffa compreso il certificato del medico trasmesso all’Inps dove venivano elencate sindromi, insufficienza venose e problemi alla vista inesistenti.

La guardia di finanza ha sequestrato la pratica di invalidità civile che era stata istruita e trasmessa all’Inps dal secondo arrestato nell’operazione, Filippo Accardo, che gestisce due Caf.

Il marito tradito ha raccontato agli investigatori di avere consegnato ad Accardo circa 12 mila euro dopo che la pratica della moglie era stata accolta. Anche il secondo arrestato, Antonino Randazzo, che aveva fatto da tramite con Accardo, dopo l’accoglimento dell’istanza si presentò dai due coniugi per chiedere il voto visto che si candidava a consigliere comunale a Terrasini nelle elezioni del 2016.

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