La vostra Patti Holmes coccola, nuovamente, l’entroterra siciliano in cui ci sono giorni di festa che hanno radici in una profonda e sentita religiosità. Uno di questi è il 3 maggio in cui un nugolo di pellegrini si muove per intraprendere un lungo “viaggio”, a piedi scalzi, verso il Santuario di Belìce di cui è responsabile il parroco di Marianopoli (CL), pur cadendo nel territorio di Petralia Sottana (PA). Per tutto il tragitto si recita in dialetto l’antico rosario alla Santa Croce e si raccolgono “pietruzze” che, secondo una versione, sarebbero usate durante l’inverno per scongiurare pericoli e calamità naturali e secondo un’altra, invece, disseminati per la “trazzera” a indicare le decine del rosario.
Immergiamoci in questa sacralità agreste e andiamo a scoprire il motivo della venerazione della “Santa Croce di Belìce”. Si narra che un certo Vanni Calabrisi, un misterioso pastore che viveva nella grotta ai piedi del Castel Belìce, utilizzando un tronco d’albero, iniziò a scolpire i piedi, le braccia e il costato di Cristo senza riuscire, però, a intagliarne il volto. Una notte il povero uomo, vinto dalla stanchezza e dalla delusione, si addormentò rassegnato, ma al risveglio trovò il Crocifisso finito. Gridando al miracolo, in una mattina di un 3 maggio di cui non si conosce l’anno, fece accorrere alla grotta pastori, signori e viandanti che, dopo averlo ammirato, portarono il “Signore di Belìce” in processione alla chiesetta del Castello. Di Vanni, invece, si persero le tracce. Fin qui è leggenda.
Secondo la storia ufficiale, invece, fu la duchessa Ferrandina Alvarez ad esporre, dentro la chiesetta del suo feudo, un Crocifisso ligneo regalatole dal padre guardiano Michelangelo La Placa e scolpito nel 1638 da un fra Innocenzo da Petralia dei Frati Minori che altri non era, tenetevi forte, che Vanni Calabrisi. In ricordo di questa giornata viene distribuito, insieme all’immagine del Crocifisso, un “nastrino rosso” che alcuni legano alla croce di ferro che, in epoca recente, è stata posta sul Calvario, poco distante dalla chiesa, e altri, invece, al polso a mo’ di braccialetto. Come allora, ogni 3 maggio, i paesi del “Vallone” tra cui Vallelunga, Villalba, Marianopoli, Resuttano, Santa Caterina e Valledolmo, Castellana Sicula, Petralia Sottana e molti altri, si recano devotamente al “Santuario di Belìce” e, dopo la sacra adorazione della Croce, continuano con una gioiosa festa campestre.
L’Arciprete di Marianopoli, don Bernardo Briganti, e il presidente del comitato Vincenzo Agrò, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Petralia Sottana e con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale di Castellana Sicula e del Consorzio “Cinque Valli”, hanno deciso e condiviso un ricco programma, che di seguito riportiamo.
Programma
Martedì 1 maggio
Alle 11
Santa Messa – Pellegrinaggio a piedi dai paesi vicini (alle 15,30 partenza dalla Chiesa Madre di Marianopoli
Alle 18
Santa Messa presieduta da Mons. Giuseppe La Placa, Vicario Generale della Diocesi di Caltanissetta
Alle 19
Benedizione di 100 Kg di pane in onore del SS. Crocifisso, offerti dalle famiglie di Marianopoli, che da 100 anni prestano il loro servizio al “Signore di Belìce”
Mercoledì 2 maggio
Alle 18
Santa Messa e Canto del Vespro
Dalle 19 alle 23,30
Adorazione Eucaristica
Alle 21
Rappresentazione sacra della Via Crucis in siciliano, a cura della Compagnia Teatrale di Marianopoli
Alle 23,30
Santa Messa e Fiaccolata fino alla Grotta del Pastorello
Giovedì 3 maggio
Alle 7,30
Celebrazioni delle Lodi Mattutine
Alle 8 – 9,30- 17 – 18,30
Sante Messe
Alle 11,30
Santa Messa solenne presieduta da S.E Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta
Alle 12,30
Processione del SS. Crocifisso attorno al Santuario e benedizione dei campi
Alle 15
Coroncina della Divina Misericordia e processione del SS. Sacramento attorno al Santuario
Alle 20
Canto Solenne dei Vespri
Vi lasciamo con un brano di Mansueto Montagna, poeta di Marianopoli, tratto da “Il Crocifisso e il Santuario di Castel Belici” a cura di Carmelo Montagna, architetto, storico dell’arte, ricercatore I.E.ME.S.T, con scritti di padre Liborio Giarratana e poesie, oltre che di Mansueto Montagna, anche di Maria Antonietta Sireci.
“…A nuantri ni lassau sti insegnamenti
nsemi a lu crucifissu di Bilici
Avi du o tricentanni ca li genti
vannu mpellegrinaggiu e su felici
lu tri di maiu d’ogni annu iamu
a lu so santuariu e lu ludamu …”
Entroterra, cuore pulsante della Sicilia, tutto da scoprire.