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Una Regione per un Presidente, sì ma chi saranno i candidati dei vari schieramenti?

domenica 25 Giugno 2017
Maurizio Scaglione

Il prossimo cinque novembre si voterà per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana e per il Presidente della Regione.

Per i leader politici tutto parte dal candidato Presidente, ma mancano esattamente 133 giorni e all’orizzonte politico-partitico siciliano e romano nulla si vede di concreto. Anzi, mi correggo, qualcosa si vede e si capisce pure, un casino incredibile. Questi statisti siciliani autorevoli, tanto autorevoli che generalmente se non vanno a Roma per “confrontarsi ” con i loro capi non decidono neanche se il cono gelato devono prenderlo con o senza panna, stanno lì come Penelope, a tessere la tela la mattina e sciogliere i nodi la sera….

Cosa succede ? 

Vi dico cosa ho capito io. 

Ho capito che nel centro sinistra, nel centrodestra e nel centro cinque stelle c’è chi potrebbe correre  per cercare di vincere e chi di conseguenza potrebbe correre… per fare perdere… tranne che…

E sul “tranne che” gli strateghi della politica siciliana si giocano la loro grande partita. 

Cerchiamo di mettere ordine con le notizie che abbiamo, con qualche deduzione , e con un po’ di fantasia……e vuoi vedere che….

Nel Centrodestra iniziano militarmente decisi ( è la loro storia…) addirittura tre candidati tre alla presidenza della Regione: il leghista del nord successivamente leghista dei popoli Attaguile, l’autonomista Armao e il diventerà bellissimo Musumeci. Ma che ne dicono i grandi generali d’area come Romano, Cuffaro e Miccichè? Giustamente non portano rancori personali, vecchie ruggini, bravi, è solo politica (speriamo!). Però, nonostante tutto, le candidature stanno al palo e sembrano addirittura tramontate. Certo, un buon nome nel centrodestra, dicono, potrebbe avere buone carte da giocare e così sentiamo quello della sempreverde Stefania Prestigiacomo e della portavoce e portafascino Gabriella GiammancoSono già in campo Roberto Lagalla e Giovanni La Via, ottime persone, ma gli elettori, tanti di noi e forse tanti della politica, devono ancora capire da che parte stanno.

È bello essere amico di tutti. Pranzare con il deputato di sinistra e cenare con quello di destra è legittimo, ma a tre mesi dal voto rischi di pagare il conto dei ristoranti e restare da solo a chiacchierare del Palermo con i camerieri. Si parla pure e molto dell’Eurodeputato catanese Salvo Pogliese e dell’imprenditrice palermitana Barbara Cittadini. Entrambi particolarmente benestanti e con alle spalle una storia importante, ma quanto sia vera questa voce e quanto a loro convenga è tutto da verificare.

Nel centrosinistra, come ha dichiarato al nostro giornale il presidente Crocetta, all’indomani della sua elezione è iniziata la corsa alla sua successione.

Legittime ambizioni di inizio legislatura di Peppino Lupo e Antonello Cracolici, nonché di Davide Faraone. 

Desideri e aspirazioni forse represse anche di Giampiero D’Alia e Giovanni Pistorio.

Erano inizialmente della partita pure Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, ma con apprezzabile intelligenza politica e saggezza strategica hanno optato per il secondo mandato di sindaco della loro città.

Iniziamo da una certezza, c’è un presidente uscente di centrosinistra Rosario Crocetta, che legittimamente ha dichiarato di volersi ricandidare. C’è poi un candidato ad oggi virtuale, il Presidente del Senato Piero Grasso. Il Presidente Crocetta ha dichiarato al nostro giornale che se Grasso dovesse accettare, lui lo sosterrebbe senza esitare. Lo stesso hanno dichiarato un po’ tutti.

Ma, e sottolineo ma, se il presidente Grasso non dovesse accettare, dice il presidente Crocetta, qualcuno dovrà spiegargli perché non dovrebbe essere lui il candidato. E qui rientrano tante legittime aspirazioni a candidarsi a presidente. Dei renziani (leggasi Davide Faraone), anche se da tempo sono antipatici a tutti (cit.Farinetti), di qualcuno di alternativa popolare , ma che sia alternativo e che sia popolare (possibile?), di area dem (leggasi Peppino Lupo), corrente Pd  di mediazione nonché vicina al sindaco Orlando, o altro candidato a sorpresa che possa mettere tutti intorno ad un tavolo senza litigare, tranne che si voglia andare divisi e perdere sicuramente.

Infine i centro cinquestelle.

Vi dico subito perché li chiamo così. 

Negli ultimi mesi e nelle ultime competizioni elettorali i cinquestelle hanno pensato più a litigare tra di loro che a cercare candidati sindaci e creare liste presentabili. Inoltre a Palermo, parlo di ciò che ho visto, la campagna elettorale è stata rinunciataria, votata alla sconfitta, senza mordente. Insomma non solo non è stata grillina, ma è stata molto ma molto moderata.

E dai cinquestelle tutto ci aspettavamo tranne che la moderazione. 

Quella è da democristiani! 

Cosa succede in Sicilia?

Sembrava una passeggiata di salute per Giancarlo Cancelleri, una vittoria quasi sicura alla presidenza della Regione Siciliana.

Ed invece, sembrerebbe che la salute il buon Cancelleri la possa perdere nel mettere d’accordo le varie correnti, quella potente palermitana Varrica/Forello, l’area autorevole di Igor Gelarda, gli amici dell’avvenente onorevole messinese Valentina Zafarana, per non parlare dei fuoriusciti o di altro ancora. A Palermo tanto tuonò che piovve. Sono riusciti a non arrivare neanche al ballottaggio. Alle regionali i rumors ed i segnali non sembrano di unità e vogliamoci bene, staremo a vedere. A questo da non trascurare la voce, badate bene, è solo una voce, che dice di una chiacchierata tra Beppe Grillo ed il magistrato Nino Di Matteo

Fine dei nomi.

Ma qualcuno nelle ultime settimane ha letto qualcosa di questi candidati presunti o reali riguardo ai programmi? 

I partiti e le loro coalizioni stanno facendo accordi e strategie per vincere, ma un progetto per la Sicilia per uscire da questa nostra profonda crisi economica?

Quindi prima i nomi e poi il progetto?

I nostri politici da settimane pensano, pensano ad alte strategie per vincere, ma attenti… “Cchiù longa è a pinsata cchiù grossa è a minchiata”.

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