La spiaggia di Mondello, la scorsa notte, è stata palcoscenico di un bellissimo, quanto insolito evento per il litorale, ovvero la deposizione di uova di una tartaruga marina Caretta caretta. Il Wwf Sicilia Nordoccidentale, dopo aver avvisato tutti gli enti preposti, sta mettendo in sicurezza il nido, grazie all’aiuto dei gestori dei lidi di Mondello, la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste del territorio.
Il Wwf ringrazia “i volontari per l’immediata verifica e recinzione temporanea di una zona protetta installata all’incirca alle 2 di stanotte. A ciò seguirà la realizzazione di una zona di protezione del nido per la dovuta tutela, in attesa della schiusa che avverrà tra 50 e 70 giorni”. La Caretta caretta è una specie protetta e ad alto rischio di estinzione pertanto tutte le operazioni saranno eseguite ottemperando alle normative di legge.
Curiosità
La specie considerata endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali e, in particolare, da numerose convenzioni tra le quali la Convenzione di Barcellona, e relativo protocollo aggiuntivo, che prevede misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.
La deposizione di una Caretta caretta si colloca tra fine maggio e agosto, di regola nelle ore notturne e ogni femmina depone ogni 2-3 anni, da 3 a 4 nidi a stagione, che contengono singolarmente, in media, un centinaio di uova (delle dimensioni di una pallina da ping-pong), in una buca scavata nella sabbia e lì lasciate dopo essere state accuratamente ricoperte. Il calore della sabbia consente l’incubazione delle uova, che va dai 45 ai 70 giorni. La temperatura della sabbia determina altresì il sesso delle piccole tartarughe: al di sopra di una soglia di circa 29 °C nasceranno femmine, al di sotto, maschi. I piccoli, rotto il guscio grazie ad una struttura particolare, il “dente da uovo” (che viene perso nel giro di due settimane) non emergono subito dal nido, ma nel giro di 3-4 giorni, periodo necessario al riassorbimento del sacco vitellino e al “raddrizzamento” del carapace. L’emersione può essere sincrona o protrarsi per alcune notti, in relazione alla maggiore o minore sincronia nei tassi di sviluppo embrionali (determinati, a loro volta, dalle variazioni termiche della camera del nido).
Ad emersione avvenuta, in genere nelle ore notturne per evitare i predatori e la disidratazione delle alte temperature diurne, i piccoli si dirigono rapidamente verso il mare, ossia verso l’orizzonte più luminoso, e appena giunti nuotano ininterrottamente per oltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate, allontanandosi dalla costa per raggiungere zone ricche di nutrienti in alto mare.
[foto di repertorio del nido di una tartaruga Caretta caretta tratta da Siciliammare]