“La ricerca deve essere il punto centrale dell’università di Palermo e la nuova conoscenza determinata dalla ricerca può essere trasferita in modello a cui ci possiamo richiamare, ‘l’università intraprendente’ come dicono alla Stanford University. Ecco quale deve essere il nostro modello di università, luogo in cui si genera conoscenza da trasferire”. Lo ha detto il professore Massimo Midiri, direttore della cattedra di radiologia e diagnostica per immagini del policlinico e candidato alla poltrona di rettore del dopo Fabrizio Micari, assieme al professore Francesco Vitale.
“Le università siciliane ma penso a tutte quelle del Mezzogiorno – aggiunge – non possono essere diplomifici, ma strutture capaci di fare ricerca, didattica, cultura ed eventi culturali, manifestazioni. A Palermo deve essere in grado di far proprie le esigenze di un’intera comunità, e mi riferisco a tutta la Sicilia occidentale”. Ma l’Ateneo per il professore Midiri, che ha indicato come suo prorettore il docente di Ingegneria Enrico Napoli, deve essere protagonista della città.
“La nostra università deve recitare il proprio ruolo attraverso i suoi campus e i poli decentrati, strutture che devono generale cultura e fare in modo che i ragazzi possano uscire dalla aule e vivere in posti adeguati. Immagino interventi in spazi verdi, mobilità sostenibile, alla possibilità di consumo di cibi biologici a km. zero, al wifi gratuito, a migliorare i quartieri dove gravitano i nostri campus anche attraverso proiezioni cinematografiche aperte ai cittadini. Bisogna far intersecare università e città, anche con il sistema museale dell’università che è enorme, si può formare un ecosistema museale integrato alla città, pensiamo al nostro Orto Botanico”.
E poi Midiri spiega che nel Pnrr “ci sono alcune azioni che puntano al rilancio del Mezzogiorno anche attraverso opere infrastrutturali, dobbiamo approfittarne e fare rete tutti assieme con gli altri atenei siciliani e quelli del Sud”. A sostenere la candidatura, di quello che verrebbe dato come candidato vincente, le sottoscrizioni di 735 dei 1.478 docenti e di 327 tecnici, amministrativi e bibliotecari.