Il passaggio del deputato regionale Vincenzo Figuccia alla Lega, annunciato dall’ormai ex Udc – che porterà in dote al Carroccio anche la sorella Sabrina, consigliere comunale a Palermo, e il fratello Marco, consigliere di circoscrizione nel capoluogo – si è consumato in una domenica di novembre, dopo che per mesi l’onorevole era in odore di abbandonare la nave di Cesa per trasferirsi, famiglia e bagagli, alla corte di Salvini.
Un ingresso che va a rimpinguare il gruppo del Carroccio a Sala d’Ercole, dopo gli addii dei mesi scorsi di Marianna Caronia e Giovanni Bulla, che avevano ridotto la truppa dei componenti del gruppo al lumicino, con appena due deputati, Antonio Catalfamo e Orazio Ragusa. Decisamente pochi, soprattutto in considerazione del fatto che alcuni alleati alla Regione (leggasi Forza Italia) hanno rinfoltito la propria deputazione e adesso, in vista di un possibile rimpasto, potrebbero ‘battere cassa’, con Gianfranco Micciché pronto ad andare all’incasso con Nello Musumeci. Ecco, dunque, che la Lega risponde con l’ingresso di Figuccia, che dovrebbe garantire il posto all’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Alberto Samonà.
Chi perde pezzi a Sala d’Ercole è invece l’Udc. L’ultimo ad avere annunciato l’addio ai centristi a Sala d’Ercole è stato
Danilo Lo Giudice, mentre nei giorni scorsi era stata Margherita La Rocca Ruvolo a salutare tutti per passare alla corte di Micciché. Di Vincenzo Figuccia abbiamo detto. I centristi, dunque, passano a tre soli deputati. Una deputazione risicata per giustificare due assessori. E se Mimmo Turano può contare sul peso delle preferenze trapanesi, potrebbe essere barcollante, invece, il tecnico Alberto Pierobon.
IL CARROCCIO AL COMUNE DI PALERMO
Ma i Figuccia sono più di uno, come abbiamo visto. Oltre a Vincenzo all’Ars fanno il loro ingresso nel Carroccio Sabrina e Marco, che vanno a rinfoltire le truppe al consiglio comunale di Palermo e alla quinta circoscrizione. Un ‘corollario’ che però non sembra avere acceso gli entusiasmi dei colleghi leghisti in città, in particolare a Sala delle Lapidi, dove le bocche dei tre consiglieri comunali del Carroccio sono rimaste cucite: nessun commento da parte di Alessandro Anello, Igor Gelarda ed Elio Ficarra, i tre inquilini di Palazzo delle Aquile che fanno capo al Carroccio. Sembra, infatti, che l’ingresso dei componenti della famiglia Figuccia non sia stata una decisione esattamente condivisa, e questo avrebbe provocato qualche mal di pancia. Toccherà a Stefano Candiani, adesso, fare da collante, soprattutto al Comune di Palermo, dove gli equilibri cambiano anche in virtù di un arrivo ‘ingombrante’.