“La nostra lotta per non lasciare soli ed accompagnare verso il futuro i lavoratori dell’indotto ex Fiat (Lear corporation, Clerprem, Pellegrini), insieme alle maestranze ex Blutec, non si ferma certamente dietro un rifiuto da parte di alcune organizzazioni sindacali di avere al tavolo di confronto regionale anche la Ugl.”
Questo è l’amaro commento rilasciato da Angelo Mazzeo, segretario regionale della federazione Ugl metalmeccanici, dopo l’episodio accaduto lunedì scorso quando, in Assessorato regionale del lavoro, la Fiom, Fim e Uilm Sicilia hanno chiesto di non far partecipare la Ugl al tavolo di confronto sul prolungamento della cassa integrazione per gli ex dipendenti della società che aveva rilevato lo stabilimento di produzione auto di Termini Imerese.
“I circa 300 dipendenti dell’indotto che si era generato con la Fiat non sono di certo lavoratori di serie B e meritano risposte come il prosieguo della mobilità in deroga nel 2020, l’assolvimento, da parte della Regione Siciliana, dell’impegno preso sulla richiesta di un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo economico e l’avvio dei corsi di formazione per l’inserimento lavorativo come previsto dalla Circolare ministeriale del 27 giugno 2017“, evidenza il segretario.
Per questo Mazzeo, che intanto ha inviato al ministro Patuanelli una richiesta di convocazione, nei prossimi giorni solleciterà la Regione a fare altrettanto, affinché si diano le giuste risposte alle centinaia di famiglie che continuano a rimanere nel limbo.
“Non accettiamo che tra le due tipologie di lavoratori vi sia discriminazione a cominciare da una disparità di trattamento economico, senza contare che oltretutto gli ex indotto hanno anche subito ritardi nei pagamenti e decurtazioni del sussidio che oggi è pari all’esigua cifra di circa 460 euro (per non parlare della mancata riconoscenza delle festività e tredicesima). Noi come Ugl metalmeccanici – conclude Mazzeo – siamo presenti al tavolo regionale dal 2014 e continueremo a far sentire forte la nostra voce, anche se qualcuno vorrebbe soffocarla, perché per noi tutti i lavoratori coinvolti in una vicenda assurda come questa devono godere della giusta equità ed avere pari dignità di trattamento“.