Non accenna a ricomporsi neanche sotto Natale la vertenza che riguarda gli ormai ex dipendenti dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini (OPCER), gestita dalla Curia di Palermo. Il consiglio di amministrazione dell’ente nei giorni scorsi ha rifiutato di sottoscrivere la proposta di accordo avanzata dal giudice del lavoro, per accompagnare una parte di loro alla pensione e chiudere in maniera bonaria la controversia di coloro che hanno impugnato il licenziamento.
Una scelta che ha fatto aumentare ancora di più la delusione dei lavoratori, i quali non riescono a darsi pace non solo perché la ritengono ingiusta, ma anche perché, raccontano, l’Opera Pia continuerebbe a svolgere alcuni suoi servizi affidandoli ad una cooperativa che a sua volta avrebbe assunto una decina di loro colleghi. Si tratta delle attività di formazione svolte dalla Scuola di Servizio Sociale “Santa Silvia” e da quelle di cura e assistenza del Villaggio anziani. Quindi il Consiglio di amministrazione, dentro il quale siede il vescovo Corrado Lorefice, avrebbe fatto “figli e figliastri”.
Per Nadia Spallitta, legale di alcuni lavoratori, è questa l’ennesima anomalia di una procedura illegittima. Se le attività continuano ad essere svolte, peraltro con lo stesso personale, perchè si è ricorso al licenziamento collettivo? Perché non si è aperta una trattativa? Si chiede. Per Spallitta c’erano le condizioni per tutelare tutti i 42 lavoratori, visto inoltre che l’OPCER è un ente di diritto pubblico e che pertanto non poteva licenziare alla stregua di un’azienda privata.
Frattanto che il giudice del lavoro deciderà sul da farsi, la battaglia dei lavoratori continua anche su altri fronti. Ad essere chiamato in causa è infatti l’Assessorato regionale alla famiglia e al lavoro, che ha il compito di vigilare sull’operato delle Opere Pie e a cui spetta la nomina di un componente nel consiglio di amministrazione. Sedia che da tempo rimane inspiegabilmente vacante. All’Assessorato i lavoratori chiedono di far valere la condizione di ente pubblico dell’ente e di controllarne i bilanci.
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