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La storia infinita del Ponte sullo Stretto si prepara ad un nuovo capitolo, forse quello che stavolta potrebbe scrivere una volta per tutte il destino dell’opera sin qui rimasta un’eterna incompiuta. A rilanciare la sfida e a dare il messaggio forte e chiaro che il momento buono per fare il Ponte è adesso è la We Build, l’ex Impregilo, il colosso delle costruzioni che cavalcando l’onda della pioggia di milioni che arriveranno dall’Europa con il Recovery Fund ha riaperto le porte all’infrastruttura che collegherebbe direttamente la Sicilia e la Calabria o per meglio dire la Sicilia e l’Europa.
La multinazionale italiana con oltre 114 anni di storia, che nel tempo ha dato il suo contributo allo sviluppo dell’ingegneria civile realizzando 285 tra ponti e viadotti in tutto il mondo, per una lunghezza totale di 946 chilometri, si dichiara pronta a fare il Ponte. WeBuild è convinta che ci siano tutte le condizioni per realizzare il Ponte sullo Stretto e che sia arrivato il momento per tradurre in realtà il “sogno proibito” di tanti siciliani che in questa infrastruttura vedono un’opportunità strategica di straordinaria importanza per cambiare l’orizzonte economico dell’isola.
WeBuild, dopo essersi resa protagonista di opere come la costruzione del Nuovo Ponte di Genova, iniziata nel 2019 e completato in soli 10 mesi, che fin dal primo getto di calcestruzzo è divenuto il segno della volontà di ripresa di un intero paese e oggi rappresenta un modello da esportare a tutte le grandi costruzioni, ora si dice pronta a replicare quel capolavoro di ingegneria con il Ponte sullo Stretto. E le intenzioni le ha mostrate con estrema chiarezza in un video che mostra come potrebbe davvero presentarsi agli occhi del mondo il Ponte sullo Stretto.
L’idea è quella di replicare proprio quel Modello Genova che è divenuto un esempio a cui guardare per il rilancio del settore delle costruzioni e dell’economia italiana ed è una delle espressioni migliori del significato più profondo di ponte: unione.
“Il Ponte sullo Stretto di Messina è il ponte che unisce l’Italia all’Europa. Una infrastruttura essenziale per il futuro del Paese“: così We Build spera che a pensarla in questo stesso modo e a dare il via libera a questo iter possa essere il governo Draghi e l’aspettativa è che il premier possa imprimere una svolta a questa vicenda. WeBuild evidenzia che il Ponte potrebbe dare lavoro a 118 mila persone ma soprattutto che si tratterebbe di una sfida ingegneristica che ha tutte le credenziali per arrivare a buon fine.
Il Ponte avrebbe una campata unica da ritenere la più lunga al mondo: lunghezza 3360 metri, mentre la lunghezza della campata centrale sarebbe di 3300 metri e l’altezza delle torri 399 mt, larghezza impalcato 61 mt, altezza libera per il transito 65 mt. Ed inoltre 1,5 milioni di tonnellate di cemento in opera e 376 mila tonnellate di acciaio, 4 cavi per una lunghezza totale di 5320 mt, 41 mila 910 fili di acciaio per ogni cavo. L’opera garantirebbe il transito di 60 mila treni all’anno e 6 milioni di veicoli in dodici mesi. Un collegamento “strategico per l’industria e per i servizi“. E adesso tocca alla politica decidere.
Il governo Draghi avrà il compito di assumersi la responsabilità di dare una risposta definitiva e far sapere alla Sicilia e ai siciliani se aprire le porte a una rivoluzione storica o se, invece, continuare a dire di no e far svanire nel nulla anche quello che potrebbe essere l’ultimo treno per collegare la Sicilia con l’Europa e rilanciare un territorio che vuole colmare il gap con il Nord Italia.