“La mia candidatura alla presidenza della Regione? Vedremo, vedremo…”. Parole e pensieri sibillini di Valentina Zafarana, la deputata messinese portavoce del Movimento Cinque Stelle all’Ars, ormai punta di diamante dei pentastellati siciliani insieme a Giancarlo Cancelleri. Saranno con molta probabilità loro due a correre per la nomination grillina alla presidenza siciliana, che di questi tempi sembra già un viatico con la strada spianata alla successione a Crocetta. Il ticket Cancelleri-Zafarana potrebbe portare a molteplici scenari. Lui ha guidato con autorevolezza i 5stelle all’Ars in questa legislatura e viene dato come il più probabile candidato del Movimento alle Regionali. Lei è il volto femminile che raccoglie crescenti consensi e il suo nome circola anche come candidata a sindaco del M5S alle Comunali di Messina.
Zafarana
si è scrollata in fretta il cliché dell’avvenente insegnante di scuola catapultata in parlamento e si è cucita addosso, sul campo, “i gradi” di volto di punta del M5S. Laureata in Lettere Classiche, con due master, impegnata nel volontariato, mostra il piglio di chi non teme il confronto con le altre donne a 5stelle
oggi al potere (con alterne fortune…) a Torino e a Roma.
“Lo so che dicono che potrei essere io la candidata del Movimento alle Regionali. Io sono assolutamente tranquilla. Giancarlo (Cancelleri, ndr) è una persona validissima, ha tutte le capacità per andare a ricoprire quella carica che oggi ricopre, invece, in maniera totalmente inadeguata Crocetta. Il fatto che il mio nome venga accostato alla presidenza, è una cosa che mi fa piacere ma sono serena. Diciamo che è un percorso che non ho ancora immaginato nella mia testa ma vedremo cosa accadrà. C’è tempo per quella scelta. La cosa più importante è che il Movimento riesca a vincere e aprire una nuova pagina in questa Sicilia mortificata da questo Governo”.
I sondaggi danno il M5S al 38% nell’isola e la Zafarana non si nasconde: “Sappiamo di essere i favoriti ma questo non ci condiziona. Ci sentiamo pronti per governare se la gente ce lo chiederà col proprio voto. Fare peggio di quello che sta facendo Crocetta è impossibile. Se gli esperti della politica hanno prodotto questi risultati, ora vadano a casa e si dia una possibilità ai presunti “inesperti”. Abbiamo fatto 5 anni di esperienza e nel nostro impegno ci sono tanti percorsi che necessitano di uno sbocco finale: andare a governare la Sicilia. Siamo convinti che certe cose, se amministrate bene, possano dare una svolta: un esempio tra tutti è la programmazione europea, dove abbiamo assistito ad una infinità di sprechi dei fondi. Non servono scienziati, basterebbe ascoltare le rimostranze dei cittadini per far andare meglio le cose. Basterebbe poco. Noi avremo le mani libere, non abbiamo condizionamenti di alcun genere e non dobbiamo fare accordi trasversali né a sinistra né al centro né a destra: i nostri unici alleati sono i cittadini. Noi non ci disperdiamo in proposte non sostenibili”.
Sulla “sua” Messina la sensazione non troppo tacita è che la Zafarana voglia fare la sua parte ma dietro le quinte, lasciando ad altri il proscenio politico, per continuare a dedicarsi soprattutto al fronte palermitano: “Non mi sbilancio su chi sarà il nostro candidato. Intanto i messinesi hanno scelto Accorinti e che continui lui, sino a fine mandato. Non mi ha per niente appassionato il teatrino della mozione di sfiducia. Il Consiglio comunale si è sfiduciato da solo, con tutti questi giochi politici che non servono alla città. Il mio giudizio su Accorinti? E’ in chiaroscuro, qualcosa di buono ha anche fatto, in altre non è riuscito ad incidere. La svolta non c’è stata, è evidente. Vada avanti lui intanto, noi siamo pronti per quando si voterà. Il modo di fare politica in questa città non può essere quello visto con la mozione, dove tutto è stato paradossale. Volevano mandare a casa il sindaco e alla fine, poi lo hanno salvato i “genovesiani” di Forza Italia e tre consiglieri del Pd. Noi non abbiamo neppure preso parte a quel voto”.
Una delle vicende sulle quali la Zafarana ha dato battaglia di recente nello Stretto è quella della regolarizzazione dell’elettrodotto Terna. Come è noto, va avanti da anni, ormai, il braccio di ferro fra ambientalisti e Terna sull’elettrodotto previsto tra Calabria e Sicilia, una grande opera contestata dagli ambientalisti e dai comitati locali spontanei, sorti nell’area della piana di Milazzo, tra Pace del Mela, Serro, San Filippo del Mela e San Pier Niceto, in una zona dichiarata ad alto rischio ambientale: “Vergognoso e inaudito, ecco le uniche parole che mi vengono in mente per definire il tentativo di Crocetta di depenalizzare gli illeciti per i quali è in corso un processo penale a Messina e di dare il via pure a un secondo elettrodotto Terna, facendosi beffe di regole, leggi e, cosa peggiore, dei cittadini. E come lo fa? Con un emendamento approvato in Commissione Ambiente, col voto contrario dei parlamentari 5Stelle, che permetterebbe di regolarizzare l’elettrodotto già realizzato, ma caratterizzato dal sequestro penale di due sostegni. Vogliono liberalizzare anche un secondo ipotizzato elettrodotto Terna, anch’esso previsto in aree tutelate da ferrei vincoli paesaggistici, oltre che dai vincoli naturalistici posti dallo stesso Assessorato Territorio e Ambiente per la Rete Natura 2000. Li dobbiamo mandare a casa”. “L’incolumità dei cittadini viene sacrificata sull’altare di interessi più alti”, aggiunge la deputata.
Ma la cartina di tornasole del titanic crocettiano, forse, è nello scontro dei giorni scorsi tra Pif e il presidente della Regione: “Lo sfogo di Pif ha rappresentato le istanze dei disabili, inascoltati e abbandonati al loro destino. Di questo problema mi sono personalmente occupata tra maggio e luglio del 2016, quando si iniziava a parlare dei finanziamenti in vista dell’anno scolastico, per l’assistenza agli studenti disabili. Ho incontrato un un insormontabile muro di silenzio e disinteresse verso le persone diversamente abili. Abbiamo sollecitato sia Crocetta che l’assessore Miccichè. Io stessa ho promosso un incontro insieme ad alcune associazioni rappresentative dei disabili a livello regionale, per i figli disabili che vanno a scuola e che necessitano di assistenza. Siamo anche andati a maggio da Miccichè. Le difficoltà per reperire i fondi ci sono, è innegabile, ma manca la voglia di affrontare e superare gli ostacoli. Nel periodo delle “vacche grasse” tutto era a carico delle Province e c’erano le cooperative di riferimento dei politici di turno: ora c’è un problema di fondi e di modeste capacità politiche. “Roma padrona” non si rende conto delle esigenze territoriali. Chiedono sempre “lacrime e sangue” sulla sanità e sui servizi assistenziali. Tagliano i fondi agli enti locali anziché gli sprechi. La coperta è sempre più corta ma così non si va più da nessuna parte. Le rimostranze di coloro che hanno necessità di un sostegno economico obbligatorio non possono scontrarsi con la burocrazia, qui c’è un fatto di coscienza, di etica e di rispetto per i disabili. Non può più funzionare la logica dell’assestamento di bilancio in extremis con cui il Governo regionale mette 1 milione e 300 mila euro in bilancio per 3 mesi di servizi, in particolare per le scuole. In questo modo il sistema soffoca, servono scelte chiare, immediate e nell’interesse dei cittadini”.
Infine, la portavoce del M5S lancia bordate al Governo nazionale sul G7 di Taormina: “Stiamo assistendo al solito “spot renziano” che, purtroppo, ancora adesso ci trasciniamo appresso. Lascia attoniti tutta questa impreparazione. Ci auguriamo possa esserci almeno un ritorno poi di immagine e turistico in ottica futura, ma la verità sotto gli occhi di tutti è che le cose non possono essere fatte in modo raffazzonato. I ritardi sui cantieri sono inaccettabili e ingiustificabili: questo è il bene che il Governo vuole alla Città di Taormina e al Sud: nemmeno un cantiere aperto, quando mancano 3 mesi al G7. Alla fine non ci sarà una ricaduta in termini di opere da consegnare al territorio. Non rimarrà nulla, sarà tutto provvisorio, in funzione di quei due giorni, ed anzi si rischia uno sfascio del territorio, con delle scelte molto discutibili come quelle per le elipiste”.