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Il caso

La scelta tempestiva dell’Arcivescovo di Catania e la chiesa chiusa ai nostalgici di Mussolini

lunedì 29 Aprile 2024

Il necrologio apparso l’altra mattina sulle pagine del quotidiano La Sicilia che annunciava una messa di suffragio nella chiesa di Santa Caterina non è riuscito a passare inosservato ai piani alti della Curia di Catania, non tanto per i caratteri cubitali usati ma per il defunto da commemorare: Benito Mussolini.

L’appuntamento organizzato da una fantomatica “Fiamma Tricolore” era fissato per domenica scorsa anniversario dell’uccisione del capo del Fascismo a Giulino di Mezzegra,  alle 19 nella centralissima chiesa di Santa Caterina ma i nostalgici del Duce hanno trovato le porte della chiesa sbarrate per il solerte intervento dell’Arcivescovo di Catania monsignor Luigi Renna.

Monsignor Luigi Renna

«La decisione – si legge in una tempestiva nota della Arcidiocesi etnea  è motivata da monsignor Renna per evitare che a margine di una messa di suffragio ci possano essere non opportune esternazioni ideologiche che nel recente passato hanno avuto degli spiacevoli precedenti»

Catania e la stessa chiesa di Santa Caterina non sono nuove a queste messe per nostalgici: qualche anno fa un polverone mediatico era stato sollevato da una celebrazione identica, presieduta da padre Salvatore Lo Cascio, che si era conclusa con tanto di saluti romani.

Questa volta però la Curia di Catania non si è fatta cogliere di sorpresa. Visto il necrologio sul giornale è partito il provvedimento di mons. Renna: messa annullata e chiesa chiusa fino a oggi.

E’ probabile che adesso alla Curia etnea cercheranno di capire come possa essere stata concessa la chiesa per una liturgia di questo tipo che avrebbe rischiato di mettere in serio imbarazzo la Chiesa catanese più di quanto sta avvenendo in questi giorni a Palermo con lo scandalo dell’anniversario di nozze di un boss mafioso celebrato nella chiesa di San Domenico per cui i padri domenicani si sono trincerati dietro la non conoscenza della coppia arrivata all’altare.

Di certo a Catania nessuno potrà dire di non conoscere il defunto per cui si voleva pregare.

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