Sicuramente può essere annoverato tra i palermitani più illustri e influenti della storia della città, Ruggero Settimo, ammiraglio, uomo politico e protagonista dell’insurrezione siciliana del 1848, è stato tutto questo e molto altro.
Non è un caso che i suoi concittadini gli abbiano intitolato una piazza e una delle strade più importanti della città, il cosiddetto “salotto buono” di Palermo. A 155 anni dalla sua morte, avvenuta il 2 Maggio 1863, il nome dell’ammiraglio ci riporta all’epico periodo risorgimentale.
Egli nasce a Palermo il 19 Maggio 1778, membro della nobile famiglia dei principi di Fitalia e dei marchesi di Giarratana, studiò all’Accademia Borbonica della Real Marina di Napoli e già nel 1793 era un ufficiale della flotta borbonica. Ruggero Settimo combatterà nel Mediterraneo contro la flotta napoleonica e potendo contare sull’appoggio della flotta inglese, riuscirà anche a conquistare l’isola di Malta. Nel 1811 l’ammiraglio lasciò la marina per entrare in politica diventando l’esponente più rilevante ed autorevole dei liberali siciliani, ricoprendo prima, la carica di Ministro della Marina e poi della Guerra. Durante i moti del 1820-21 sarà componente del governo provvisorio di Palermo, governo che aveva proclamato l’indipendenza dell’isola dai Borbone e da Napoli. Ma Ferdinando I invierà contingenti militari riuscendo in poco tempo a riottenere il controllo dell’isola.
Già a questo punto della sua vita Ruggero Settimo aveva avuto un ruolo rilevante in molte vicende militari e politichema ancora non aveva vissuto i moti siciliani del 1848 rendendosi uno dei protagonisti di quelle vicende, entrando così a pieno titolo nella memoria storica di Palermo e della Sicilia. La città era insorta alla dominazione borbonica il 12 Gennaio del 1848, in poco tempo l’esercito borbonico fu costretto alla fuga, dopo aver bombardato con la flotta Messina e Palermo, un atto insensato e crudele che sarà aspramente criticato non soltanto dagli Stati italiani ma anche da molti Stai europei.
Il 2 Febbraio Ruggero Settimo venne nominato presidente del Comitato insurrezionale e il 25 Marzo nella chiesa di San Domenico proclamerà l’indipendenza della Sicilia, aprendo la prima seduta del nuovo Parlamento e reintroducendo la Costituzione del 1812, che era poi stata abolita dai Borbone. Il giorno seguente il vecchio ammiraglio venne eletto all’unanimità Presidente del Consiglio dall’Assemblea regionale. Nei giorni successivi venne dichiarato che i siciliani avrebbero auspicato un’Italia unita ma confederata, conservando in questo modo l’autonomia e la propria Costituzione pur facendo parte di una confederazione di Stati coordinati da un governo centrale.
Venne anche dichiarato che Ferdinando II di Borbone e la sua dinastia erano definitivamente decaduti dalla corona di Sicilia, venendo proclamata quale forma di governo una monarchia costituzionale, pertanto lo scettro del regno sarebbe stato offerto ad un principe italiano. Il 29 Aprile la città di Genova inviò a Palermo una bandiera dell’Italia come segno di solidarietà alla lotta intrapresa dal popolo siciliano, gesto che non sarà dimenticato, tant’è vero che il trono di Sicilia sarà offerto al duca di Genova, Ferdinando di Savoia, il quale rifiuterà, gettando il regno in una situazione d’instabilità. Nel frangente a Ruggero Settimo venne conferito il titolo onorifico di “padre della patria siciliana”. Il 10 Luglio fu nominato Tenente Generale dell’esercito Nazionale Siciliano e venne promulgata una nuova Costituzione che in parte riprendeva la precedente, quella del 1812. Il principe di Butera Pietro Lanza nel Febbraio del 1849 succedette a Settimo ma nel frattempo Ferdinando II inviò un contingente militare sull’Isola e il 15 Maggio Palermo cadeva. A questo punto i capi dell’insurrezione fuggirono in esilio, così fece anche il vecchio ammiraglio che scappò a Malta, all’epoca sotto il controllo degli inglesi, imbarcandosi sulla nave HMS Bulldog. Tornerà in Sicilia nell’Ottobre del 1860, quando l’isola fu annessa all’appena costituito Regno d’Italia e una volta nominato senatore del regno (il 20 Gennaio 1861), fu successivamente designato Presidente del Senato del Regno d’Italia, carica ricoperta fino alla morte, avvenuta il 2 Maggio 1863.
Dalle vicende della sua esistenza, è facile comprendere la grandezza di Ruggero Settimo, un personaggio straordinario, uno dei protagonisti dell’insurrezione in grado di sottrarre la Sicilia ai Borbone per ben 16 mesi: forse anche per questo sarebbe doveroso che ci fosse una maggiore attenzione nei suoi confronti da parte degli studiosi e non solo, ad ogni modo rimane una delle figure centrali del nostro Risorgimento, un uomo che, a 155 anni dalla morte, è giusto ricordare.