Giuseppe Arnone è tornato in libertà. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Palermo che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione emessa nei confronti dell’avvocato, ex consigliere comunale di Agrigento e leader degli ambientalisti. Il Riesame depositerà nei prossimi giorni le motivazioni. Erano presenti all’udienza del Tribunale della libertà anche i titolari del fascicolo d’inchiesta, i Pm Carlo Cinque e Alessandro Macaluso.
La difesa di Arnone è composta dagli avvocati Arnaldo Faro e Carmelita Danile. Arnone era stato arrestato il 12 novembre con l’accusa di estorsione ad una collega, l’avvocato Francesca Picone. L’ordinanza di custodia cautelare a suo carico era stata firmata dal Gip di Agrigento Francesco Provenzano.
Appena ieri l’avvocato Arnone era stato sentito dai giudici dopo che lui stesso aveva avanzato un’istanza per essere ascoltato. Il provvedimento del Gip era stato, dunque, ridiscusso in contraddittorio fra le parti. Arnone era stato arrestato, con l’ipotesi di estorsione, lo scorso 12 novembre. A fermarlo, all’uscita dello studio della collega Francesca Picone dove – secondo l’accusa – avrebbe intascato due assegni per un importo di 14 mila euro, erano stati i poliziotti della Mobile di Agrigento. Secondo la Procura, quei soldi sarebbero state le prime due rate di una tangente di 50 mila euro che Arnone avrebbe chiesto a Picone per non alzare clamore mediatico su una pregressa vicenda giudiziaria che vede la donna imputata per irregolarità nei confronti di una sua cliente, successivamente assistita proprio da Arnone.
Dopo qualche giorno in carcere, il Gip aveva convalidato l’arresto ma concesso ad Arnone la misura dei domiciliari con il divieto di comunicazione; ma Arnone, che in passato si è candidato anche alla carica di sindaco di Agrigento, ha un carattere fuori dalle righe e lo scorso martedì, recandosi al tribunale per costituirsi parte civile e per presenziare a un procedimento dove risulta indagato, Arnone ha indossato la toga e difeso un suo cliente. Era ai domiciliari, così quel comportamento aveva portato la Procura a chiedere e a ottenere l’aggravamento della misura a suo carico. Revoca dei domiciliari per l’avvocato, che tornava in carcere venerdì scorso. Il Gip che aveva accolto la richiesta di aggravamento della misura, nel provvedimento descriveva Arnone come “refrattario a rispettare la legge“. Stamani, però, i giudici del Riesame hanno annullato la misura cautelare.