La politica siciliana si appresta a trascorrere qualche settimana sotto l’ombrellone. L’Ars, da qui alla prima decina di agosto, andrà a confrontarsi con le ultime scadenze prima dello stop estivo. Rimane da capire quale destino potrà avere in tempi brevi l’assestamento di bilancio, specie dopo i rilievi presentatati dalla Corte dei conti in occasione del giudizio di parifica del 20 luglio scorso.
Questa dovrà essere la settimana della quadra in commisisione Salute per quanto riguarda la rimodulazione della rete ospedaliera. Dopo i rilievi presentati non è escluso che il governo Musumeci si presenti con una volontà ulteriore di ridefinizione degli assetti nei territori.
Domani il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, incontrando i giornalisti per la tradizionale cerimonia della consegna del Ventaglio, farà il punto sullo stato di salute dell’attività parlamentare. A partire probabilmente dalla proposta di legge a firma di Giuseppe Milazzo sull’abolizione del voto di genere che rischia il rinvio a settembre.
Ma i nodi da sciogliere rimangono i soliti, il raccordo tra esecutivo e maggioranza (numericamente povera) all’Ars, le proposte di legge da portare avanti e la lunga attesa per le norme di settore, prima tra tutte il ddl di riordino sui rifiuti, che arrancano molto lentamente.
Dopo l’estate non saranno più rinviabili per il governo gli appuntamenti con la ridefinizione delle società partecipate, il rinnovo del contratto dei regionali, l’annunciata stagione dei concorsi, tra cui quello per la ricostituzione dell’ufficio stampa della Regione, ma anche le nomine ed i sottogoverni che rimangono ancora da assegnare.
Sulle ex Province, dopo il no della Consulta al voto diretto degli organi di gestione dei Liberi consorzi, si voterà comunque in autunno con il sistema dell’elezione di secondo grado. Un ritorno al passato poco gradito a molti e tra questi a Nello Musumeci che non ha fatto mai mistero di quanto centrali siano per lui gli enti di area vasta.
L’Ars del dopo vacanze dovrebbe presentarsi senza Cateno De Luca, che andrà ad optare perla sindacatura di Messina. De Luca fa un grande affidamento sulla sua dimensione di personaggio, ma c’è da scommettere che nei rapporti tra sindaco e amministrazione regionale ci sarà poco da scherzare da entrambe le parti.