Per le “Orestiadi di Gibellina” 2018, venerdì 10 agosto ore 21,15 nel Baglio di Stefano (Cortile Inferiore), andrà in scena, prima nazionale, il “Notturno MacBeth” tratto dal Libro Notturno di Franco Scaldati.
Più che una traduzione, un corpo a corpo poetico con la magmatica materia del Macbeth, per sottrarla ai vincoli della rappresentazione e spezzarne la narrazione.
Lo spettacolo, che vede la regia di Umberto Cantone, parte dal testo originariamente destinato alla lettura nel quale Scaldati isola alcune suggestioni dell’opera di Shakespeare innestandole nel corpo lirico della sua lingua dialetto.
“In questo ordito drammaturgico tutti i temi appaiono inscritti nel paesaggio di un Sud mitologicamente trasfigurato, l’orizzonte della Palermo lavica e labirintica vista dall’autore – dice Cantone – che nel nostro studio pensato per Gibellina trova il suo ideale environment nei volumi e nell’affaccio di Palazzo Di Lorenzo, dove l’installazione di Enzo Venezia punta a esaltare il valore figurale tout court“.
Ad animare l’edificio e a far brillare l’occhio magico di un rito che assume le modalità di performance sono le Streghe, femmine dominanti e conduttrici di caos, le cui profezie girano a vuoto perché la tragedia di Macbeth si è ormai compiuta.
Ma non sono solamente i sentimenti di punizione e di vendetta a motivare l’eterno ritorno delle Streghe sul luogo del delitto: Scaldati, infatti, le trasforma in espressione della sostanza simbolica del Macbeth.
Oltre a presentarsi come angeli custodi dei conflitti e delle ambiguità di una tragedia consumata perché già scritta le Streghe qui diventano l’incarnazione spettrale del dolore atavico di Palermo che fu la città del martirio.
Diventano corpi e voci terrestri che si fanno interpreti del sangue versato da donne vittime di uomini, testimonianza antica e, insieme, contemporanea della femminilità sfregiata nella guerra quotidiana del vivere.
E così l’aspro assunto del Macbeth trova la sua traduzione scaldatiana in una nuova trama, nella quale si staglia un groviglio inestricabile d’inquietudini morali e una soluzione non conciliatoria, il manifesto di una concretezza teatrale che non respinge, e anzi ingloba, uno dei più notturni princìpi di quel testo capitale: “Non esiste altro che ciò che non esiste”.
Sulla scena Serena Barone (Strega), Aurora Falcone (Lady Macbeth), Giuseppe Tarantino (Macbeth) e Ambra Maniscalco, Chiara Italiano, Ilenia Di Simone (Streghe).