E’ la gente, nella quotidianità dei vignaioli di un tempo, protagonista di un’intricata sagra popolare in uno scenario campestre, rustico, in cui si svolge un gioco d’insieme, sfacciato e spassoso, misto ad elementi di saggezza.
“Annata ricca, massaru cuntentu”. Questo il titolo dell’opera teatrale che l’associazione culturale “Così, per… passione!” di Terrasini – sodalizio culturale caratterizzato da fresca vitalità e genuino entusiasmo con i quali svolge da più di un decennio molteplici attività in quel centro e nel territorio circostante – presenta sabato 29 settembre alle ore 21 a Terrasini, all’oratorio San Giovanni Bosco.
Si tratta dell’opera più corale di Nino Martoglio (qui rimodulata da Ino Cardinale che ne firma la regia): “La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto”, è la folgorante battuta dello scrittore americano Charles Bukowski nel nostro caso particolarmente appropriata.
Una sagra dal sapore popolare condotta entro uno scenario campestre nel periodo della vendemmia. Specchio di umori e vita contadina, di un gioco d’insieme fatto di spassosa arguzia, sfacciataggine e sberleffi, di amori, passioni e tradimenti, di ammiccamenti e allusioni. Una occasione per contribuire a riscoprire l’identità della nostra terra, della civiltà contadina di un tempo, tra quelli che possiamo definire beni materiali e immateriali.
In effetti si tratta di due spettacoli in uno, grazie alla partecipazione straordinaria del Gruppo Polifonico del Balzo, diretto dal M° Vincenzo Pillitteri, gruppo nel cui lungo curriculum si annovera il debutto nei principali teatri nazionali con il musical “Annata Ricca”, prodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo, che presenta canti della tradizione popolare elaborati all’uopo dal maestro stesso.
Indispensabili tasselli a comporre l’intero mosaico sono – Santa (Cetty Salamone), moglie di Mastru Vinnirannu (Gaetano Aglieri), insaccatore di mosto, Filumena (Nina Vitale), serva, innamorata di Massaru Filippu e, nel contempo, devota del padrone; e poi portatori di mosto (Agostino Giordano, Benedetto Salamone Vito Pepe), raccoglitori d’uva e campagnoli (Mariella Giannola e Roberto D’Oca, Agata Truden e Pippo Palazzotto, Giuseppina Giordano, Rosy Granato, Mariella Lo Grasso, aiutati dai piccoli Giuseppe e Maria Rita Adragna e Francesca e Giusi Monsù), e, soprattutto, vendemmiatori e vendemmiatrici (Aurora Maniaci e Camillo Adragna, Vita Carollo e Maurizio Tocco); costoro, rappresentanti la gioia di vivere, sempre presenti e vigili, commentano ironicamente quel che accade, con battute e canti, dopo un incontro notturno – con quegli 1, 2, 3, 4, ripetuti con differenti tonalità, a richiamare i gracidii della rana – rimangono coinvolti dai loro furtivi desideri erotici.
Chiude la carrellata dei protagonisti Mastru Filippu (Giuseppe Monsù), pigiatore anche lui e capo ciurma. Distaccato rispetto alle emozioni e alle passioni di tutti gli altri personaggi, è vivacissimo narratore delle avventure dei “paladini di Francia”. Su esplicita richiesta di Massaru Michelangilu, si trasforma in “addetto alla sorveglianza” del sonno (e del sogno) di Marianu chiuso in un fienile e in testimone, a bordo campo, di talune scene notturne commentate da un ritmato “vivi Filippu”, un vero e proprio invito – rivolto al numerosissimo cast (addirittura 73 in scena!) e agli spettatori – a dimenticare, a superare tutto con ottimismo!