Come ogni anno riparte la campagna vaccinale antinfluenzale. Ordine dei medici di Palermo e assessorato regionale della Salute si mobilitano per richiamare istituzioni, professionisti della sanità e cittadini a vaccinarsi come gesto di responsabilità per se stessi e per gli altri.
L’appuntamento per i medici, è fissato giovedì 15 novembre alle ore 9.30 a Villa Magnisi, sede dell’Omceo provinciale.
“Cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l’intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato in meglio la nostra salute”. Questo il messaggio lanciato ai cittadini dall’assessore regionale della Salute Ruggero Razza, dal presidente dei medici Toti Amato e dal segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), che saranno presenti all’appuntamento vaccinandosi insieme ai medici presenti.
“I vaccini sono a difesa della salute di tutti, vogliamo ricordarlo – rimarca l’assessore Razza – insieme all’importanza di questo semplice adempimento che in molti casi salva la vita. Per agevolare i cittadini l’assessorato della Salute ha stabilito misure straordinarie, come l’incremento delle figure professionali impiegate nei centri per le vaccinazioni, per garantirne la piena funzionalità, sopperire all’incremento del carico di lavoro e venire incontro alle famiglie riducendo i tempi di attesa con un più rapido rilascio delle certificazioni“.
“È necessario superare la diffidenza dei vaccini dovuta alle informazioni distorte che arrivano in particolare dal web, riportando il dibattito nei confini della correttezza e dell’evidenza scientifica. L’ultima convalida arriva dal rapporto 2017 dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che ha confermato i vaccini tra i medicinali più controllati e sicuri non essendo emersi problemi di sicurezza tali da modificare il rapporto benefici rischi“. Queste le parole del presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, raccomandando la vaccinazione anche alle persone sane che possono trasmettere l’infezione ai soggetti ad alto rischio, come medici e personale sanitario, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e ad alcune categorie di lavoratori, ad esempio forze di polizia e vigili del fuoco.