In posa con il parente del defunto capomafia corleonese Bernardo Provenzano: lui è Maurizio Pascucci, il candidato sindaco del M5S alle Amministrative di Corleone, in provincia di Palermo, che finito nella bufera ha dichiarato di aver concordato la sua scelta con il parlamentare di riferimento del territorio, Giuseppe Chiazzese.
Il candidato del M5S ha pubblicato la foto sul suo profilo Facebook con la didascalia “questa mattina colazione allo York Bar. Un buon caffe’ con Salvatore. Delusione per i maldicenti” che, come spiega l’articolo pubblicato da La Repubblica, sta a significare che lui a passare da “estremista” proprio non ci sta. Come conferma lui stesso nel video pubblicato dal quotidiano, occorre il dialogo anche con i parenti dei mafiosi, nello specifico con Salvatore Provenzano, nipote acquisito dell’ex capo di Cosa Nostra.
“La scelta di fare la foto con il nipote di Provenzano era stata condivisa col meetup e con il parlamentare di riferimento del territorio Giuseppe Chiazzese“, ha dichiarato Pascucci ai cronisti che gli hanno chiesto se quella foto era stata occasionale o concordata.
“Certamente non è un reato farsi una foto con un parente di uno dei più spietati boss mafiosi che la storia ricordi, ma pubblicare quella foto sui social è una scelta inopportuna, soprattutto per chi si candida come sindaco di un paese che ha subito lo scioglimento per infiltrazioni mafiose”: a dirlo è Claudio Fava, presidente della commissione parlamentare Antimafia siciliana. La commissione aveva svolto, proprio nei giorni scorsi, una missione istituzionale nel Comune del palermitano, stigmatizzando la mancanza del tema del contrasto alla mafia nel corso della campagna elettorale.
Intanto, sempre oggi la Lega, per bocca di Igor Gelarda ha fatto sapere che il partito di Matteo Salvini non appoggerà nessun candidato sindaco nella competizione amministrativa di Corleone.
Di Maio in imbarazzo annulla il comizio a Corleone
La pubblicazione della foto da parte di Pascucci ha suscitato un vespaio e la visita del vicepremier e leader 5 Stelle Di Maio, prevista per oggi a Corleone è stata annullata.
“Non posso correre il rischio che un ministro, lo Stato, salga su un palco dopo quella foto e dopo che c’e’ stato un appello al dialogo con le famiglie dei mafiosi”, ha spiegato nel corso di una diretta Facebook.
Dopo la scelta del vicepremier di annullare la sua partecipazione al comizio c’è anche l’ipotesi estrema del ritiro di Maurizio Pascucci che ha dichiarato di aver saputo della decisione attraverso Facebook.
“Vedremo – dice – mi confronterò con il meetup e con il parlamentare di riferimento del territorio e decideremo se e come proseguire”.
“Con la foto – prosegue – volevamo trasmettere il messaggio che i parenti dei mafiosi che prendono le distanze dai propri congiunti non possono essere esclusi dalla comunità. Evidentemente il messaggio è stato male interpretato. Al comizio di questa sera, in piazza a Corleone, dirò chiaramente che non vogliamo i voti della mafia“.
Chi è Maurizio Pascucci?
Da apprendista cameriere e poi titolare della pizzeria e tavola calda “La scaletta”, a Cecina (Li) dal 1982 al 1990, a candidato a sindaco a Corleone, per il Movimento 5 Stelle, oggi al centro delle polemiche per avere postato su Facebook una sua foto con il marito della nipote del defunto boss Bernardo Provenzano.
E’ questo in sintesi il percorso di vita di Maurizio Pascucci. Era il 2014 quando allora da cinquantenne decise di trasferirsi nel paese che ha dato i natali ai più sanguinari capimafia per fare sosteneva “di Corleone una comunità dove le ombre siano memoria e la luce sia splendente per tanti e non pochi“.
Pascucci toscano doc, nasce a Poggibonsi, in provincia di Siena, l’8 agosto 1964. Cresce a Cecina, in provincia di Livorno, dove è stato per anni assessore comunale alla qualità della vita. Nel 1988 finiti gli studi, partecipa a un corso di formazione della Regione Toscana per funzionari amministrativi pubblici.
Ha lavorato per più di dieci anni all’Arci. Dal 2000 al 2005 è stato portavoce di Libera in Toscana. Ha lavorato in una cooperativa legata proprio all’associazione Libera fondata all’inizio da undici corleonesi per coltivare 240 ettari confiscati dal 2002 tra i comuni di Monreale e Corleone.
Le produzione agricole? Pomodori (che poi diventano circa 60 mila bottiglie di salsa), vigneti per le uve che poi vengono trasformate in bottiglie di Placido Rizzotto, poi legumi (lenticchie, ceci e cicerchie) e tantissimo grano, in circa 60 ettari in seguito trasformato per i prodotti che vengono venduti dall’associazione presieduta da don Luigi Ciotti.
Pascucci è stato anche presidente dell’associazione “Fior di Corleone”. Da giovane ha preso parte ai corsi di formazione del partito comunista italiano anche al centro studi delle Frattocchie conseguendo la specializzazione in “esperto di organizzazione di massa e comunicazione politica”. Imparando tecniche mediatiche che a volte si infrangono con la realtà siciliana.
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