Ore 16.10 – Anche Giovanni Scarpello, cancelliere del tribunale di Palermo coinvolto nell’inchiesta, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti ai Pm.
Ore 13.34 – Nuti ha concluso il suo interrogatorio non rilasciando dichiarazioni ai cronisti assiepati in Procura. Dinanzi ai pm il deputato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Ore 13.00 – Salgono a 13 gli indagati sul caso firme false del Movimento 5 Stelle. E’ questa l’ultima sferzata dell’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo sulla vicenda che riguarda le elezioni comunali del 2012. Per l’intera giornata di oggi il procuratore aggiunto Dino Petralia e la pm Claudia Ferrari condurranno il secondo round di interrogatori e già nelle prime ore della mattina è stata ascoltata la deputata Claudia Mannino che si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna si è presentata dinanzi ai pm assieme al marito, Pietro Salvino, attivista del movimento recentemente indagato. Entrambi si sono rifiutati anche di rilasciare il saggio grafico richiesto dai magistrati.
In questi momenti è iniziato l’interrogatorio dell’ex capogruppo grillino alla Camera, Riccardo Nuti poi toccherà all’avvocato Francesco Menallo e al cancelliere Giovanni Scarpello, che avrebbe autenticato le firme falsificate. Sabato ha risposto ai pm l’attivista Alice Pantaleone, che ha negato di essere presente la notte in cui, per rimediare ad un errore formale, sarebbero state ricopiate dalle originali centinaia di firme a sostegno della lista. Mentre si è avvalsa della facoltà di non rispondere Samanta Busalacchi, fedelissima di Riccardo Nuti, scelta che fa pensare che anche l’ex capogruppo potrebbe seguire la stessa linea.
Intanto, il deputato regionale del Movimento cinque stelle Giorgio Ciaccio, interrogato dai Pm di Palermo la scorsa settimana, ha raccontato ai magistrati tutti i particolari della vicenda firme false alla lista grillina delle comunali del 2012. Ciaccio, che si era autosospeso dal movimento, ha confermato il racconto della collega dell’Ars Claudia La Rocca, che si era auto accusata e aveva fatto il nome degli altri grillini coinvolti. Pure lei si è autosospesa. Ciaccio sarebbe stato interrogato subito dopo essersi autosospeso alcuni giorni fa.