Cateno si scatena. De Luca attacca: “mi vogliono condannare fuori dalle regole”
Emanuele Cammaroto
giovedì 8 Dicembre 2016
Doveva essere il “giorno del giudizio” e invece si è risolta a sorpresa con un rinvio l’udienza conclusiva al processo presso la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Messina nei confronti dell’ex deputato regionale ed attuale sindaco di Santa Teresa di Riva, Cateno De Luca. L’udienza, infatti, è stata rinviata al 7 febbraio 2017. Abuso d’ufficio e tentata concussione sono i reati per i quali è stata chiesta la condanna dell’allora leader del movimento regionale Sicilia Vera, arrestato il 28 giugno 2011 (quindi posto ai domiciliari) ed al quale viene contestato di aver commesso presunte speculazioni edilizie nel periodo tra il 2003 e il 2011 quando era primo cittadino di Fiumedinisi. L’inchiesta in questione ha riguardato, nello specifico, un programma di riqualificazione urbanistica a Fiumedinisi ed in particolare la realizzazione di un albergo con centro benessere e villette.
“Rimango sindaco di Santa Teresa e i Pubblici Ministeri che mi hanno arrestato non si sono presentati per replicare alle oltre 3 mila pagine di memorie difensive presentante dalla mia difesa“, ha fatto sapere l’imputato al termine dell’udienza che prevedeva l’arringa finale del prof Carlo Taormina, legale di De Luca. Poi, sui social network, una lunga sequenza di bordate postate dallo stesso De Luca all’indirizzo di chi lo ha voluto alla sbarra: “Un improvviso problema intestinale di un difensore consentirà alla Procura di potersi studiare le memorie per replicare il 7 febbraio 2017: cosa fino ad ora mai fatta perché credevano di condannare l’impertinente De Luca fuori dalle regole del gioco“. Ed ancora: “pensavano che oggi (mercoledì, ndr) si sarebbe chiuso il processo ma si sbagliavano. Il processo per noi è iniziato ora. Chissà come andrà a finire. Noi abbiamo denunciato tutti, nessuno escluso“. Durissimo, insomma, De Luca che si conferma provocatorio che continua a contestare l’inchiesta a suo carico e si è detto certo che: “non succederà nulla perché la Procura non completerà le indagini che ora aprirà anche su di me perché ho denunciato tutti, compresi i Pubblici Ministeri procedenti che faranno di tutto per arrestarmi nuovamente”.
“Non ho paura e aspetto senza alcuna ansia“, ha aggiunto De Luca, che pur senza fare nomi ha anticipato sempre tramite i social network un’altra mossa clamorosa: “nei soggetti da me denunciati c’è anche un ex magistrato“.
Nel processo rinviato al nuovo anno sono coinvolti anche il fratello di De Luca, Tindaro (in relazione al quale veniva chiesta una condanna a 4 anni), il funzionario comunale Pietro D’Anna (2 anni la richiesta dei pm nei suoi confronti). Pene minori sono state chieste per altre otto persone (alcuni di loro sono ex amministratori di Fiumedinisi, altri in qualità di “responsabili del procedimento”): per Gregorio Natale Coppolino è stato chiesto chiesto un anno e 7 mesi, per Grazia Rasconà un anno e 4 mesi, per Giuseppe Bertino, Salvatore Piccolo, Antonino Cascio, Carmelo Crocetta e Giuseppe Giardina chiesti un anno e due mesi. Assoluzione è stata richiesta invece, per non aver commesso il fatto, in relazione a Benedetto Parisi, presidente della commissione edilizia del Comune di Fiumedinisi, mentre per i componenti di tale commissione è scattata la prescrizione. Adesso si torna in aula il 7 febbraio.
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