Si allarga l’indagine sulla vicenda che ha coinvolto Rosario Basile, ex patron della Ksm. C’è un nuovo indagato, come ha annunciato il pm Siro De Flammineis durante l’udienza al Tribunale del Riesame dopo l’appello della Procura contro il provvedimento con il quale il Gip di Palermo Filippo Serio aveva accolto le istanze dei difensori di Rosario Basile revocando la misura degli arresti domiciliari e disponendo l’obbligo di dimora a Milano.
Durante le indagini della Procura, sarebbero emerse le pressioni e le minacce di un consulente informatico, Gaetano Zappulla, nei confronti di un altro indagato nella vicenda. Zappulla avrebbe voluto sapere cosa l’indagato avrebbe riferito ai magistrati altrimenti succedeva “un cazzo di casino”. Questa è la parte dell’inchiesta nata dalle accuse a Basile da parte dell’amante, secondo cui l’uomo d’affari palermitano avrebbe organizzato un piano fatto di minacce, ritorsioni e violenza privata per invitare la donna ad abortire e poi per non riconoscere il bimbo che sarebbe nato dalla loro relazione sentimentale. Secondo Basile è invece tutto un complotto ordito dalla donna nei suoi confronti.
Intanto, è stato rigettato il ricorso degli avvocati di Basile contro le nuove misure cautelari scaturite nella seconda parte dell’inchiesta che riguarda la presunta falsificazione di alcuni documenti depositati nel processo per il licenziamento della donna e di un suo collega. Secondo l’ex presidente della Ksm, questa operazione sarebbe stata fatta a sua insaputa. Secondo il pubblico ministero Siro De Fammineis, invece, Basile per potere licenziare la donna con cui aveva avuto una relazione, dalla quale è nato un figlio, aveva sostenuto che la stessa donna avesse una storia sentimentale con un collega. E per rendere credibile il tutto spuntarono dei messaggi. Ma i tabulati, presentati al giudice del lavoro che si occupò della causa contro il licenziamento intentata dai due ex dipendenti, sarebbero stati manomessi.