1617 – 2017. Grande entusiasmo per i quattrocento anni del Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo, istituito proprio tra il 1617 e il 1618 nella chiesa della Santissima Annunziata, presso la porta San Giorgio. Nato come orfanotrofio, nel 1721 vi si intraprese l’insegnamento anche della musica e dal 1747 questo fu l’unico insegnamento impartito.
Il Conservatorio di Palermo celebra il quarto centenario con un ciclo di manifestazioni e concerti che sarà presentato domani dal presidente Gandolfo Librizzi. Il primo concerto “multisensoriale” si terrà il 4 marzo. Tra i più antichi in Italia, il Conservatorio “Vincenzo Bellini” venne istituito per volontà del viceré Pedro De Castro presso la chiesa della Santissima Annunziata del XIV secolo. All’inizio era stato concepito come orfanotrofio del Buon pastore che si dedicava alla cura e alla formazione degli “spersi mascoli“, ragazzi senza famiglia che venivano avviati verso un mestiere. La musica faceva parte della loro educazione.
A partire dal 1721 divenne solo una istituzione per l’insegnamento canoro e un centro di produzione musicale di grande prestigio. Dopo una fase di decadenza, il Conservatorio venne rilanciato dal barone Pietro Pisani che nel 1833 ne assunse la gestione amministrativa e lo dotò di un teatro, di nuovi strumenti e di nuove musiche manoscritte e a stampa. Fu Pisani, un benefattore illuminato che avrebbe rinnovato e reso più umana la “Real casa dei matti”, a chiamare come direttore Pietro Raimondi “celebrato compositore di musica sacra e teatrale per incredibili combinazioni nell’arte del contrappunto miracolo novissimo del secolo decimonono“. Dal 1890 al collegio era stato annesso un liceo, maschile e femminile. Il convitto, di fatto chiuso dal 1917 (100 anni fa) e definitivamente soppresso nel 1921.
Da allora il Conservatorio di Palermo è stato il punto di riferimento di compositori come Francesco Cilea e Paolo Neglia e di importanti maestri e personalità musicali tra cui Guido Alberto Fano, Antonio Savasta, Pietro Ferro, Ottavio Ziino, Maria Elisa Tozzi, Eliodoro Sollima, Vincenzo Mannino, Salvatore Cicero.