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Stop alla fusione per le Camere di Commercio della Sicilia Orientale

mercoledì 22 Febbraio 2017

Colpo di scena sulla vicenda che riguarda la nascita della Camera di Commercio della Sicilia Orientale, che avrebbe dovuto accorpare quelle di Catania, Ragusa e Siracusa. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha accolto la richiesta formulata dal presidente della Regione Rosario Crocetta di valutare l’esclusione della Camera di Commercio di Siracusa dalla fusione. Il ministro ha comunicato che porterà l’istanza all’esame della Conferenza Stato-Regioni.

“Poco fa è pervenuta una nota del Ministro Calenda che comunica di condividere la mia richiesta di non procedere all’accorpamento della Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa e di portare in Conferenza Stato Regioni la nuova proposta, che prevede l’autonomia delle Camere di Commercio di quel territorio”. Ha dichiarato il Governatore Crocetta“Con questa soluzione – ha continuato – andiamo incontro alle esigenze dei territori e rispondiamo alle tante richieste che sono arrivate dalle istituzioni locali. Sono sempre stato contrario all’accorpamento e finalmente c’è lo stop a una procedura non condivisa, anche in presenza delle nuove vicende giudiziarie, che ipotizzano irregolarità e che vedono indagato il segretario della Camera di Commercio, Pagliaro, sui dubbi rispetto al reale numero degli iscritti delle varie categorie. Revocherò immediatamente il decreto di accorpamento e collaboreremo col Ministro per avviare le nuove procedure”.

Pietro Agen, Confcommercio SiciliaLa settimana scorsa il presidente della Regione aveva rinviato l’insediamento del consiglio camerale, previsto per il 14 febbraio, e di conseguenza l’elezione del presidente della nuova mega Camera. Questa è la poltrona attorno alla quale è scoppiata una vera e propria guerra senza esclusione di colpi, tra le associazioni dello schieramento capitanato dal presidente di Unioncamere nazionale, il siracusano Ivan Lo Bello, e quello che sostiene il leader di Confcommercio Sicilia nonchè presidente uscente della Camera etnea, Pietro Agen, nella foto accanto.

Gli interessi in ballo sono rilevantissimi, non solo la possibilità di decidere le linee politiche della Camera, ma soprattutto quella di controllare alcune importanti società. Tra tutte la Sac, che gestisce lo scalo internazionale di Fontanarossa, il quinto aeroporto d’Italia per volume di traffico. Chi presiederà la nuova Camera di Commercio avrà il potere di decidere il vertice della società, che vanta un fatturato annuo di 60 milioni di euro e un patrimonio di 160. Il nuovo ente, inoltre, influenzerà anche le scelte dell’altro scalo presente nella Sicilia orientale, quello di Comiso, poiché prenderà parte alla governance della società che lo amministra.

ivan-lo-belloIl casus belli riguarderebbe la lievitazione sospetta del numero di iscritti dichiarati da alcune associazioni di categoria, che in questo modo avrebbero ottenuto più seggi presso il consiglio camerale. Una circostanza denunciata dal fronte di Confindustria con esposti alla Procura di Catania e accuse al vetriolo lanciate da Lo Bello, in primis contro i suoi nemici e poi nei confronti della Regione chiamata in causa per non aver effettuato i dovuti controlli. Uno dei filoni dell’inchiesta condotta alla Procura ha già portato i magistrati catanesi ad indagare 11 persone, tra le quali proprio Alfio Pagliaro, con l’accusa di aver nominato nel luglio del 2016 ad amministratore delegato della Sac l’imprenditrice Ornella Laneri, prova dei titoli richiesti dallo statuto societario. Tra le cause del conflitto, inoltre, anche i ricorsi dei componenti del consiglio della Camera di Siracusa secondo i quali nella procedura di fusione sarebbero state commesse diverse irregolarità.

Sono questi i motivi che hanno spinto Crocetta, prima, a scrivere al ministro allo Sviluppo Economico per chiedere che venisse mantenuta l’autonomia camerale di Siracusa e, successivamente, a rinviare l’insediamento del consiglio camerale al 28 febbraio nell’attesa che il ministero rispondesse. Adesso la decisione di Calenda mette tutto in discussione.

Formazione

“Ovviamente, questo ci costringe a continuare l’attuale commissariamento, ma non è colpa nostra”, conclude il presidente della Regione, che aggiunge: “vogliamo lavorare per dare immediatamente autonomia alle categorie, però con trasparenza. Credo di aver dato ai territori una risposta chiara e netta e soprattutto dimostrato, al contrario di quanto si è detto a sproposito sull’autorità portuale di Augusta, dove i problemi di legalità di quel porto hanno sicuramente contribuito a creare una battuta d’arresto e non a negare il ruolo chiave che ha quel porto, che il presidente della Regione tratta con equità tutti i territori”.
Quest’ultimo riferimento si collega alle polemiche scoppiate in seguito alla decisione del ministero dei Trasporti di indicare Catania come sede dell’Autorità portuale a scapito di Augusta. Una scelta secondo il ministero voluta dalla Regione e che il presidente Crocetta, invece, sostiene di non aver caldeggiato.

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