Le nomine di competenza del governo della Regione siciliana hanno riacceso la tensione fra il governatore Crocetta e gli alleati, con in testa il Partito Democratico. Ieri la giunta di Palazzo d’Orleans avrebbe dovuto completare il valzer delle poltrone, ma ogni decisione è stata rinviata a domani per il muro contro muro degli alleati di centrosinistra. A opporsi ferocemente sono stati soprattutto “Sicilia futura” e lo stesso Pd.
E infatti, sempre ieri il segretario regionale del Pd Fausto Raciti e gli assessori, Antonello Cracolici, Bruno Marziano ed Anthony Barbagallo si sono riuniti proprio con l’intento dichiarato di mettere un freno alle nomine crocettiane e magari riuscire a piazzare qualche pedina nello scacchiere regionale.
Le forze politiche che all’Ars sostengono il governo Crocetta e mezza giunta non hanno gradito per niente che in queste settimane il presidente della Regione abbia piazzato i propri fedelissimi dappertutto e adesso sono pronti a dare battaglia sugli ultimi nomi da incasellare. Fra questi, c’è il presidente dell’Esa: Crocetta (e Lumia) vorrebbero confermare Francesco Calanna, ma gli assessori in quota Pd hanno minacciato di mettersi di traverso. Stessa partita si gioca sull’Irsap, l’istituto per lo sviluppo delle attività produttive, dove nel limbo attende di essere nominata Maria Grazia Brandara.
Sullo sfondo, ovviamente, c’è la guerra interna al Pd per chi dovrà essere il candidato a governatore in vista delle prossime elezioni regionali di ottobre. Crocetta è già sceso in campo con il suo movimento #Ripartesicilia, ma il segretario regionale Raciti ha fatto sapere che i Democratici sceglieranno il proprio candidato con le primarie. Primarie, nelle quali in Sicilia il favorito è adesso Antonello Cracolici, che – proprio come Raciti – ha scelto di sostenere Renzi al congresso nazionale.
Il braccio di ferro sulle nomine allora nasconde la definizione di un quadro più ampio, quello della scelta del candidato del centrosinistra da opporre alle armate pentastellate di Giancarlo Cancelleri. E a questo proposito, secondo diversi dirigenti del Pd, con l’occupazione di tutti i posti disponibili da parte di Crocetta, il governatore avrebbe rinunciato a qualsiasi ipotesi di confronto con gli alleati e soprattutto con il proprio partito. Staremo a vedere.