A Palermo si tornerà a costruire. Ben 400 appartamenti nuovi di zecca che sorgeranno al posto di ruderi industriali semi-abbandonati. È questo il piano approvato dal Consiglio Comunale di Palermo, secondo quanto riferisce un articolo del Gds in edicola oggi. “Alcune cooperative hanno acquistato insediamenti industriali ormai inutilizzati, e ora possono iniziare i lavori”, scrive Salvatore Ferro sul quotidiano.
Ma cosa prevede esattamente il piano? Con il via libera, un manipolo di cooperative edilizie, potranno abbattere i ruderi e costruire case a Partanna Mondello (al posto dell’ex cotonificio pieno di amianto), in via Messina Marine e in via Tiro a Segno (ex mulino Virga).
L’iter, avviato nel 2014, non si scontra col “blocco del cemento” in quanto «le concessioni – si legge sul Giornale di Sicilia – sono possibili perché riguardano aree in zona D del Piano Regolatore: insediamenti industriali dismessi». Ecco le cooperative e i progetti che saranno portati avanti anche grazie ai finanziamenti della regionali: «La coop Aiace con La Tartaruga, XVI Ottobre e Giustizia, realizzeranno 220 alloggi in via Aiace, ex cotonificio di Partanna Mondello; Euroscope – scrive il Gds – 50 appartamenti in via Messina Marine; Fiamme Oro, 68 in via Tiro a Segno, ex mulino Virga; La Tiziana di Tommaso Natale, 28. In pratica, le cooperative hanno acquistato aree di insediamenti industriali defunti e ora possono mettere mano ai ponteggi. C’è accordo tra le forze consiliari, i nuovi alloggi si faranno».
Prevista in questi giorni in Consiglio una vera e propria “pioggia di delibere”. Tra queste: l’ok al progetto per la chiesa di fondo Margifaraci, a ridosso dell’aeroporto di Boccadifalco; l’ampliamento della via Belvedere per decongestionare il traffico tra via Pitrè e la zona di viale Leonardo da Vinci; lo spostamento di 3 mercatini (viale Campania, via Pecoraino e via Beato Angelico); i tanto attesi sgravi fiscali per i commercianti penalizzati dai cantieri in città (si veda le richieste dell’associazione Amari Cantieri); l’apertura del Centro storico ai negozi di medie dimensioni con l’eliminazione del limite dei 200 metri quadrati; e i Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (Prusst).