I corsi e ricorsi della politica hanno il pregio di rimettere in campo volti e nomi noti, conosciuti dalla gente, apprezzati, stimati o mal sopportati, ma anche il limite oggettivo di presentare facce già viste accanto a ipotesi ampiamente considerate.
Stefania Prestigiacomo, più volte ministro,’battitore libero’ della parte italo forzista e nome da spendere di Gianfranco Miccichè nella corsa per Palazzo d’Orleans, rimane alla finestra, a metà strada tra la discesa in campo e l’uso funzionale dell’incapricciamento del capo (Miccichè) che vuole mettere i bastoni tra le ruote all’amico/nemico che ama poco e niente (Musumeci)
“Il privilegio per il siciliano consiste, più che nella libertà di godere di certe cose, nel gusto di vietarle agli altri”. Di fronte a Sciascia le congetture esistenziali e filosofiche si azzerano. I mal di pancia diventano sostenibili e persino il linguaggio della politica trova sfogo.
Il clima da ‘uno contro uno’ esportato dalla metafora cestistica del basket alla logica politica del centro destra siciliano, ha trovato nella contrapposizione Miccichè-Musumeci un valido stress test, una misura di quanto lo sforzo di quel che resta dalle parti della coalizione possa misurarsi per analogia, in termini di poca concludenza con la fluida faida tutta Dem Cracolici-Lupo all’interno del Pd.
Fino quando il tempo c’è, in altre parole, le coalizioni se lo prenderanno tutto, prima di presentarsi di fronte alla gente.
E così, se da una parte si studiano improbabili ticket (il centro destra potrebbe avere persino abbondanza di nomi) dall’altra qualcuno sussurra al plenipotenziario di Forza Italia che di fronte alla Prestigiacomo, anche Musumeci potrebbe fare un passo indietro.
Abuso del ruolo e della funzione di consigliere? O strada che spunta?
Musumeci, non è un mistero, potrebbe essere un forte candidato da coalizione ritrovato, anche per le amministrative di Catania, in chiave anti-Bianco, ma oggi di passi indietro potenziali all’orizzonte se ne vedono di pochi possibili.
La distinzione, di matrice italo forzista tra “quelli del 94” e la nuova Forza Italia dei giorni nostri, più attenta a Salvini nei territori e disponibile a concedere spazi, trova Musumeci impassibile e tranquillo. Pronto comunque ad andare avanti.
Sono in diversi a considerare la candidatura di Prestigiacomo come quella della Finocchiaro nel 2008 contro Lombardo, una svogliata ipotesi di servizio.
E allora si chiede il paziente Nello, che sa comunque che la sovraesposizione porta solo camurrìe gratuite, perché lanciarmela addosso, come gradevole, ma poco conducente deterrente?
In fondo non ha tutti i torti.