“Rientro a Palermo dopo qualche giorno di assenza e la città è sempre sporca, degradata, senza acqua. Ma soprattutto sembra ripiombata nelle atmosfere violente degli anni di piombo, quando si sparava per le strade e si avvertiva la presenza malsana ed onnivora della mafia“. Interviene così Nadia Spallita, ex consigliere comunale ed esponente dei Verdi.
“Affermare che Palermo abbia voltato pagina e che la mafia sia stata sconfitta (riferimento a Leoluca Orlando, ndr) è il più grande regalo che si possa fare alla criminalità stessa, che invece continua ad ammorbare l’aria e la vita di Palermo. La mafia si nutre dell’assenza e delle carenze delle istituzioni. Il primo dovere per una buona pubblica amministrazione è quello di garantire istruzione e cultura, strumenti indispensabili di contrasto alla criminalità organizzata. Inoltre l’amministrazione pubblica deve agire nel rispetto del principio di legalità assicurando imparzialità e trasparenza. Infine deve promuovere, con tutti gli strumenti a disposizione, ogni iniziativa per affrontare e risolvere il problema dell’occupazione“.
“Ma se ci guardiamo attorno – prosegue l’ex candidato sindaco di Palermo – ci accorgiamo che nulla di tutto questo è stato fatto. E comunque ben poco. A Palermo, l’evasione scolastica tocca oggi, punte allarmanti, e sfiora in molti quartieri il 40% della popolazione scolastica. Nessuna attenzione è rivolta ai più giovani. Ed a dispetto delle nomine, ‘Palermo capitale dei giovani’, i ragazzi, in massa, vanno via (6.000 circa nei primi mesi del 2017), in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori, altrove. Ma Palermo non vuole vedere, non vuole cambiare. Dorme, cullata da parole rassicuranti che vuole sentire, per tenere assopita la coscienza, per salvaguardare quella piccola fetta di benefici, ottenuti magari come favori, e che altrove sarebbero diritti. E magari a volte si accetta o si subisce pensando di fare l’interesse dei propri figli. E non ci si accorge, invece, che nel frattempo, i figli sono andati via”.