“Se da quella parte fossero disposti a ricostruire un perimetro concreto e omogeneo di centro-sinistra, cioè fuori Alfano e in discontinuità rispetto a Crocetta, ho detto che sarei anche disposto a primarie con Micari”. Così Claudio Fava, candidato per la sinistra unita alla presidenza della Regione Sicilia alla trasmissione 24 Mattino su Radio 24.
“Mi sembra però complicato – ha aggiunto – che decidano di mettere alla porta Crocetta e Alfano a pochi giorni dal voto”. Per Fava la scelta del Pd è conseguenza di “una discussione politica andata avanti per due mesi che poi si è conclusa con la loro scelta: sì ad Alfano, viva Crocetta. In continuità con un governo che nessuno di loro giudicava bene, ma che adesso tutti considerano indispensabile come esperienza a cui fare riferimento”.
“Alfano – ha sostenuto Fava – credo che rappresenti un percorso abbastanza particolare della politica italiana degli ultimi anni, da dieci anni ministro assente dalle funzioni di ministro, presente soltanto come capo popolo e capo partito. E la Sicilia diventa il terreno in cui lui deve consolidare questa sua forza. Considerare tutto questo come un baratto necessario mi sembra abbastanza umiliante per chiunque, soprattutto per i siciliani. È un partito che in Sicilia è stato capace anche di trattare il dramma degli immigrati come un business sul quale lucrare preferenze, scambi elettorali, favori e prebende con un’inchiesta pesante in corso riguardo un suo sottosegretario. Insomma – ha chiosato Fava – sembrano cose che richiedono un po’ di coerenza e di dignità, per cui andarsi ad alleare con questa gente in Sicilia solo perché così hanno deciso su un tavolo romano mi sembra una cosa che sia il caso di evitare se possibile”.