Palermo. Ha proprio l’aria dell’escamotage studiato a tavolino dalla giunta Orlando e, ovviamente, con la “regia” del primo cittadino, quello contenuto in una lettera del collegio sindacale della Rap, di cui siamo in possesso e che pubblichiamo oggi. L’obiettivo è quello di prendere tempo, scaricando la responsabilità politica sul consiglio comunale, che dovrà approvare la delibera redatta dalla giunta comunale, sulla revisione delle aziende partecipate, per consentire al Sindaco di procedere poi alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione della Rap. Ma cerchiamo di spiegarci meglio.
La vicenda, che ha creato una dura polemica in consiglio comunale dell’opposizione e che ha visto protagonista anche il gruppo consiliare del M5S, è quella che riguarda il blocco della nomina del vertice dell’azienda partecipata “Risorse Ambiente Palermo”. Il sindaco Orlando aveva promesso che, entro il 10 ottobre, la Rap avrebbe avuto un nuovo cda. E, invece, malgrado l’obbligo di legge preveda che cessato per statuto il cda dell’azienda di piazzetta Cairoli, si debba nominare un nuovo cda, entro novanta giorni dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, tutto ciò è non è accaduto.
Anzi, colpo di scena, come è possibile leggere nella lettera del collegio sindacale della Rap, la nomina del cda viene sospesa in quanto il socio unico e cioè il Comune di Palermo, dal 1 ottobre non avrà più i poteri per operare in tal merito: “Allo stato attuale non risulta approvato dall’organo consiliare il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica e, pertanto, il socio pubblico non può esercitare i diritti sociali nei confronti della società”.
Un vero è proprio “artificio” tecnico-giuridico, con il quale si lascia nel limbo il tutto, come a mettere acqua sul fuoco, su una vicenda che poi in termini molto semplici è decisamente “politica”. Orlando sa bene che una nomina, a ridosso delle elezioni regionali, con un risultato incerto rispetto ai suoi cavalli in corsa, potrebbe danneggiarlo. E siccome la politica è come una partita a scacchi, prima di muovere il primo pedone attende la mossa del suo avversario. Un tatticismo di cui lui è certamente “maestro”.
Ma ritornando al fatto “incriminato”, adesso toccherà inevitabilmente a Sala delle Lapidi e, dunque, alla maggioranza politica, su cui il Sindaco può contare, approvare l’atto che di fatto sbloccherebbe l’impasse delle nomine, dando alla Rap una nuova dirigenza, ma soprattutto un nuovo volto “gestionale”. Elemento di non poco conto, in considerazione della grave situazione finanziaria in cui versa l’azienda nata dalle ceneri dell’Amia. E proprio per questo motivo nelle scorse settimane i tam tam retroscenisti parlavano di Ettore Artioli, come colui che poteva avere chance per la “poltrona” di presidente della Rap. Artioli è un imprenditore palermitano, molto vicino ad Orlando che, alla fine degli anni ’90 fu presidente di Amia e nel 2012 venne chiamato dal primo cittadino per guidare il vertice dell’Amat, poi dimessosi perchè, a quel tempo, venne candidato da Monti alla Camera dei deputati.
Dunque, è difficile dire che cosa potrà accadere, perchè la sfera magica rimane sempre nelle mani del Sindaco. L’unica certezza è che il consiglio comunale, a questo punto, potrà prendersi tutto il tempo che vuole per approvare la delibera sulla revisione delle aziende. Quindi nessuna fretta. E in tal senso sarà soltanto Orlando a dare lo “start” per l’approvazione dell’atto.
Tutto, comunque, dipenderà dagli equilibri politici e, soprattutto, dall’esito delle elezioni regionali, che piaccia o non piaccia, incideranno anche sugli spostamenti di scranno dell’aula di Palazzo delle Aquile e, quindi, sulle future alleanze.