Bollette impazzite, costi energetici alle stelle, il ricatto del petrolio russo. L’Europa e soprattutto la politica italiana in piena campagna elettorale, cercano di trovare soluzioni a quella che rischia di diventare una crisi senza precedenti.
“La possibilità di fiscalizzare l’aumento del costo dell’energia trova dei limiti nel nostro bilancio pubblico con il debito molto elevato e i tassi d’interesse tendenzialmente crescenti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del Forum Ambrosetti a Cernobbio, confermando che il governo interverrà con un decreto la prossima settimana ma che “inseguire” l’aumento dei prezzi non basta più. “Il punto importante è ridurre il prezzo”, ha aggiunto facendo riferimento al dibattito sul ruolo del Ttf, il Title Transfer Facility, un mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale.
“Stiamo lavorando – continua Franco – a un nuovo decreto, che limiti ancora l’impatto dell’aumento del costo dell’energia sulla nostra economia; decreto che vareremo la settimana prossima“. Per il ministro, in ogni caso, “il punto più importante” in questo processo, è “cercare di riportare i prezzi di gas ed energia a livelli sostenibili“.
Intanto, arriva il tetto sul petrolio russo. I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l’impatto della guerra sui prezzi dell’energia.
Gazprom ha fatto sapere che il Nord Stream, il gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale, oggi 4 settembre, non ripartirà, com’era invece previsto dopo tre giorni di manutenzione: dopo i “guasti e danni” individuati, ha detto, “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”.
Un avviso o piuttosto l’ennesimo avvertimento dal sapore di una minaccia che va verso lo stop totale del gas russo. Quanto invece ai lavori nella Ue per contrastare i prezzi dell’energia, la priorità, ha segnalato von der Leyen, resta quella di risparmiare energia, “soprattutto negli orari di picco”. Serviranno poi ulteriori misure come l’utilizzo degli extraprofitti dei produttori di elettricità per supportare i soggetti e le attività più vulnerabili.
Si valuta anche la possibilità di separare il prezzo del gas da quello dell’elettricità e di investire sulle rinnovabili. L’attesa è comunque per il confronto al Consiglio straordinario dei ministri dell’energia del 9 settembre. Von der Leyen poi potrebbe annunciare alcune misure specifiche già nel discorso sullo Stato dell’Unione del 14 settembre.
Da diverso tempo la crisi energetica è entrata nel dibattito politico italiano, diventando centrale nel corso di questa campagna elettorale e tutti i partiti propongono la loro personale ricetta.
“Servono interventi immediati per bloccare gli aumenti di luce e gas, ma anche lo stop all’invio delle cartelle esattoriali della Agenzia delle Entrate”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini.
“Non voglio vincere le elezioni con un Paese in ginocchio e un milione di disoccupati in più. C’è un Governo ancora in carica, proceda. Come ha fatto la Francia che ha stanziato 30 miliardi subito”, ha detto Salvini.
“Ci sono imprenditori che stanno decidendo se chiudere o se indebitarsi per chiudere a fine anno e questo non è possibile”. Così il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio
a margine del Forum Ambrosetti. E’ un “momento di grandissima sofferenza per le nostre aziende italiane. L’unico razionamento che voglio fare in questo momento è sulle bollette delle imprese italiane . Pagare alle imprese le bollette italiane per l’80%, altrimenti le imprese, razionamento o no, non riusciranno ad affrontare l’autunno, neanche l’inverno”.
“Sono d’accordissimo sul price cap: abbiamo garantito al governo il massimo sostegno in una battaglia che consideriamo fondamentale. Nelle ultime ore sono diventata un po’ più ottimista rispetto ai giorni scorsi”. Lo ha detto la leader di Fdi Giorgia Meloni a margine del comizio elettorale di Cagliari. “Faremo quello che possiamo per dare una mano all’Italia in questo senso – ha aggiunto rispondendo ad un’unica domanda di una cronista – penso che si possa lavorare a livello italiano per scollegare il prezzo dell’elettricità a quello del gas. Questo comporterebbe una diminuzione sensibile e immediata delle bollette”.
“La questione dell’aumento delle bollette è diventata talmente clamorosa che non potrà che esserci una posizione europea“. Ad affermarlo Enrico Letta, segretario del Pd. “Da quello che mi risulta, sia in Germania che in Francia che negli altri paesi europei, c’è la necessità di un intervento che sia collettivo, complessivo. Quindi io penso che si possa, grazie a questo intervento europeo, evitare di dover mettere mano ad uno scostamento di bilancio in Italia”.