“Se non c’è stata alcuna imboscata è stato grazie a noi, che abbiamo detto chiaramente che avremmo votato scheda bianca senza fare alcun giochetto”. In sintesi è questa la posizione degli 8 deputati dei due gruppi Sicilia Vera e Sud chiama Nord. Dai deluchiani quindi nessun “aiutino” all’elezione di Galvagno come presidente dell’Ars alla seconda votazione. Del resto già in mattinata Cateno De Luca aveva espresso la sua posizione bacchettando anche il comportamento di Miccichè.
Nel pomeriggio quindi è stato Danilo Lo Giudice, coordinatore dei due gruppi, a sottolineare le scelte dei deputati “Prendiamo atto che alla seconda votazione per l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana la maggioranza si è ricompattata. Noi coerentemente e correttamente siamo stati gli unici a dichiarare anzitempo come avremmo votato sia in occasione della prima che della seconda votazione. Alla prima votazione ci siamo astenuti facendolo formalmente rilevare e alla seconda abbiamo votato scheda bianca”.
Lo Giudice spiega che è stato chiesto in modo insistente da più parti, Miccichè compreso, di non votare scheda bianca alla seconda votazione in modo tattico per far sì che scattasse il rinvio alla votazione di domani e dare spazio così a trattative.
“Il nostro netto rifiuto comunicato anche da Cateno De Luca a Gianfranco Miccichè in una breve riunione intercorsa presso la torre Pisana tra la prima e la seconda votazione ha evidentemente costretto la maggioranza a ricompattarsi– prosegue Lo Giudice- Sono sicuro che il mio fraterno amico Gaetano Galvagno di questo ovviamente ci ringrazierà. Abbiamo probabilmente evitato che si creassero le condizioni per le classiche imboscate d’aula finalizzate a far alzare il prezzo in trattative alle quali noi abbiamo dichiarato anzitempo di non essere interessati. Così come ha ribadito stamattina De Luca agli organi di stampa se Gianfranco Miccichè avesse dimostrato coraggio con un atto formale lo avremmo sostenuto. Al presidente Galvagno formuliamo i nostri migliori auguri di un proficuo lavoro.”
Lo Giudice replica anche al segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo: “Comprendo il suo nervosismo dopo la sonora sconfitta elettorale per non aver potuto far cuocere a fuoco lento una maggioranza apparentemente spaccata sull’elezione del presidente del parlamento siciliano. Non abbiamo accolto anche l’invito di Barbagallo di votare in modo difforme da come avevamo già deciso nell’ambito dei nostri due gruppi parlamentari, ovvero astensione alla prima votazione formalmente rilevata e scheda bianca alla seconda votazione. La nostra presa di posizione di essere conseguenziali e coerenti non ha consentito al segretario del Pd Barbagallo di intavolare una trattativa al rialzo con la maggioranza per riservare qualche blasonato strapuntino da assegnare ai più veterani parlamentari del Pd. Se ne faccia una ragione l’on. Barbagallo, con noi in Parlamento la musica è cambiata sia per la maggioranza che per la finta opposizione. Forse per la prima volta nella storia del parlamento siciliano è mancata la notte dei lunghi coltelli che precedeva l’appuntamento conclusivo per l’elezione del presidente del parlamento siciliano e anche di questo l’on. Barbagallo se ne dovrà fare una ragione.”