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la protesta

Il popolo del Reddito di Cittadinanza in rivolta a Palermo: “Meloni, non siamo parassiti” CLICCA PER IL VIDEO

martedì 29 Novembre 2022
Rabbia, frustrante ma anche molta rassegnazione. È questa l’aria che si respira oggi a Piazza Indipendenza a Palermo, dove numerosi percettori del reddito di cittadinanza si sono riuniti per protestare contro la riforma del governo Meloni al grido di “Non siamo parassiti! Lavoro e dignità!”.

I manifestanti sono partiti da piazza Marina, per risalire corso Vittorio Emanuele e giungere in piazza Indipendenza, dove rimarranno in presidio per tutta la mattinata, davanti alla sede della presidenza della Regione Siciliana. La protesta era stata annunciata il 23 novembre scorso durante una conferenza stampa durante la quale gli organizzatori hanno lamentato la mancanza di solidarietà nei confronti dei percettori del Reddito da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Secondo i dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, spiegano gli organizzatori dell’iniziativa, il 72% dei beneficiari del Reddito non ha occupazione, ma è tenuto alla sottoscrizione del patto per il lavoro. Solo il 9% risulta esonerato, escluso o rinviato ai servizi sociali. Se la riforma andrà in porto, oltre 650mila persone potrebbero perdere il sussidio. A Palermo i percettori sono circa 60 mila e in Sicilia quasi 230 mila. La richiesta dei manifestanti è che venga data garanzia lavorativa per coloro che perderanno il sussidio o che, in alternativa, il Reddito rimanga tale in attesa che tutti i percettori vengano collocati.

“Lavoro immediato o il Reddito non si tocca” è la frase sullo striscione che ha aperto la manifestazione. Gli organizzatori della protesta sono Davide Grasso e Tony Guarino, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “Basta Volerlo”. Sono due delle sigle di volontariato che hanno tenuto i disoccupati palermitani impegnati in lavori socialmente utili nei quartieri della città.

La misura di contrasto alla povertà, introdotta nel gennaio del 2019 dal governo Conte II è “L’unico strumento che ci permette di tenere a galla la famiglia” spiega Anna Maria, che a 53 anni si ritrova disoccupata e con figli a carico da dover mantenere. “Il governo non ci sostiene” continua.

Il nuovo governo ha, infatti, inserito nel Def la sua proposta verso l’abolizione della misura: nel 2023 verrà ridotta la platea, si potrà percepire il reddito per un massimo di otto mesi e sarà possibile rifiutare una sola offerta di lavoro ritenuta congrua. A partire da gennaio 2024, invece, la misura verrà definitivamente abolita.

“Non si può togliere il reddito di cittadinanza, che negli ultimi anni ha consentito a tantissima gente di uscire dalla povertà, senza prima trovare delle soluzioni concrete. In questi anni dai centri per l’impiego sono arrivate pochissime proposte di lavoro, spesso indegne. Se ci tolgono il reddito vogliamo lavoro vero e non lavoro nero”, afferma Guarino.

I manifestanti sventolano bandiere della Sicilia, perché considerano l’attacco al Reddito come un attacco al Sud, dove disoccupazione e mancanza di prospettive lavorative tengono la gente in condizioni di povertà. In piazza anche studenti, lavoratori e alcuni rappresentanti del Movimento 5 stelle, che hanno appoggiato la manifestazione.

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