In un articolo pubblicato qualche giorno fa vi abbiamo parlato della presenza di alcune app in grado di farci risparmiare sul costo della benzina. Ma sapevate che esiste anche un sito istituzionale che monitora i prezzi della benzina sul territorio italiano? Il sito internet “carburanti.mise.gov.it” promosso dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) infatti dà la possibilità a chiunque voglia consultarlo di osservare i prezzi del carburante grazie a delle mappe sempre aggiornate.
Il portale è stato recentemente riprogettato per essere visualizzato anche nella modalità mobile proprio per venire in contro al cittadino.
Ma come funziona nello specifico?
Per eseguire la tua ricerca devi innanzitutto selezionare il tipo di carburante a cui sei interessato (benzina, gasolio, diesel, metano). Per benzina e gasolio puoi addirittura restringere la tua ricerca ed inserire la modalità di erogazione che preferisci ovvero se utilizzerai “Self Service” o “Servito”.
Inserendo la tua posizione sulla mappa il sito troverà per te tutti i distributori disponibili nel raggio di 5 km grazie al Gps del tuo dispositivo, che dovrai ricordare di tenere attivo. Sulla mappa infine compariranno delle piccole icone di diverso colore, dal verde che indicherà i distributori meno cari, al rosso per le pompe con i prezzi più alti. Una volta fatto ciò, attraverso la mappa, potrai recarti al distributore più conveniente per te.
Al di là di questi consigli, restano i dubbi sugli aumenti incontrollati del costo del carburante e sulle misure intraprese dal Governo nazionale.
A proposito, questi aumenti sono colpa delle speculazioni o c’è dell’altro?
Mentre il governo grida al complotto e parla di speculazioni da parte sia dei mercati esteri che dei piccoli distributori, sembra chiaro che questo aumento dei prezzi sia frutto del ripristino delle accise. Piccole speculazioni in un mercato grande e internazionale come il nostro sono senz’altro presenti ma che influiscono per una parte residuale e non davvero significante.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato però in questi giorni i vertici della Guardia di Finanza ed ha varato nuove norme sulla trasparenza dei distributori di carburanti per bloccare ogni tipo di possibile speculazione. È scattato infatti l’obbligo di esporre accanto al prezzo della pompa, quello medio nazionale stabilito dal ministero, pena delle multe salatissime, dai 500 ai 6000 mila euro. Sono in tanti i gestori che lamentano questa nuova manovra dichiarandosi “parte lesa”. Rimane confermato quindi lo sciopero dei benzinai indetto per il 25 e il 26 gennaio.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 15 gennaio, ha firmato il nuovo decreto carburanti. I benzinai avranno quindi 15 giorni per adeguare i propri cartelloni. Si dovrebbe iniziare a vedere il prezzo medio esposto ai distributori, al più tardi, dal 14 febbraio 2023.
Non resta quindi che fare lunghi viaggi per San Marino, Austria e Francia per cercare di risparmiare sulla benzina. E i siciliani?
Il prezzo della benzina non cambia solo da distributore a distributore, ma anche da paese a paese. Sono in tanti gli automobilisti disposti a percorrere qualche kilometro in più pur di risparmiare qualcosa. Questo fenomeno viene chiamato per l’appunto “turismo della benzina”. Le regioni del nord hanno senza dubbio “vita facile”, poiché con una breve gita all’estero riescono con facilità a risparmiare qualcosa. Paesi come la Francia, l’Austria o San Marino sono senza dubbio i più gettonati.
Ma la Sicilia? La Sicilia purtroppo a causa della sua posizione geografica non offre agli automobilisti questa opportunità. Non resta quindi che “arrangiarsi” in qualche altra maniera, forse proprio consultando il sito del Mise.