Carissimi
Mi verrebbe da chiedere “Zio Mario dove sei?”
Atteso che da sempre e dichiaratamente il sottoscritto non capisce nulla di politica, come tutti gli “scappati di casa” (gente semplice) son corso ai ripari con la frequenza di un corso serale sull’argomento e utilizzando gli appunti presi, ho fatto queste breve guida (una sorta di piccolo Bignami) che potrà tornare utile a chi come me, dopo tanti anni stenta a capire e continua a fare lo stesso errore, dando fiducia spesso mal riposta. Iniziamo con le definizioni.
Scopo della politica – Come ci si può innamorare della nostra politica italiana, se puoi anche dimezzare i parlamentari, (farli nominare da pochi padri nobili), per constatare alla fine che c’è sempre un paese reale che ha i suoi problemi e un’aula (due per esattezza) dove nel frattempo i deputati e senatori discutono dei grandi sistemi, lontani dai problemi quotidiani della gente comune, e così bravi da inventarsi un argomento, offendersi a vicenda ed iniziare una dialettica interminabile che come sempre serve alla cosa più importante in politica (per me che non ne capisco nulla), “far passare il tempo”?
Il politico – Ci si innamora di una idea, si mitizza un uomo politico attribuendogli chi sa quale spessore e bagaglio ideologico, per poi rassegnarsi all’idea che sempre con un mestierante abbiamo a che fare, poiché se c’è un compenso, anche se chiamato “indennizzo”, non possiamo parlare di volontariato.
La legge elettorale – Atteso che ci si pone davanti ad una scadenza elettorale, dove alcuni vengono scelti ed inserti in squadre per competere, attraverso i “porcellum”, “mattarellum”, “presa per i fondellum”, sempre da un elettore dovremo passare.
L’elettore – Dicesi elettore colui che quasi sempre vota per “Martino” e poi si ritrovate a “Filano” messo nei posti di governo, quel “Filano” che se lo avesse saputo al momento del voto, neanche ci sarebbe andato a votare.
Già disamorato per il fatto che costui non viene “cagato di striscio” nella scelta, si pretende anche che in alternativa ad una meravigliosa giornata di “mare e di sole” o “sfidando un tempo da lupi”, questi possa uscire di casa per andare a scegliere colui il quale dovrà vincere questo concorso per un posto da precario per cinque anni.
Il candidato – I candidati sono coloro che durante la campagna elettorale, disponibilissimi, ti inondano di inviti pre-elettorali per incontrarti quasi ogni sera, anche quando gli hai detto …… “ma come….. assira nni vittimu”, ma che superate le elezioni e a maggior ragione se avranno vinto, potrai scordarti di rivederli tranne che per quei “sentiti auguri di Natale” in genere fatti a ridosso di una ulteriore competizione per contarsi.
Il mandato elettorale – Su questo ancora c’è molto da studiare, considerato che alla fine di questo grande “concorso” ti ritrovi una squadra ed una pletora di collaboratori che nulla hanno a che fare con lo spirito della missione volontaria del compianto Fratello Biagio, ma stipendiati e “prebendati”.
A loro vorresti dire soltanto due cose: la prima, un monito sempre valido “u saziu nun po’ cridiri o diunu” e la seconda molto più moderna “ora che ce l’hai, guarda che ci fai” riconducibile ad una mitica campagna pubblicitaria di un famoso personal computer.
Basta poco quindi per comprendere che hai creato, o peggio sei stato complice nella creazione a tua insaputa, di una classe dirigente che verrà gratificata, non in base agli obiettivi per la collettività raggiunti, ma al tempo di durata del mandato, poiché qualunque prevedibile insuccesso è attribuibile soltanto a colpe di chi li ha preceduti.
Come esercitare il mandato – A questo punto, quali sono gli strumenti consolidati per far trascorrere il tempo?
Si inizia dai famosi 100 giorni da promessa elettorale, nella quale si ingenera il breve terrore dello “scruscio di scupa nuova” per creare un po’ di confusione nell’acqua dello stagno, poi si procede con un pseudo spoiler system la brutta copia di anglosassoni metodi ben più seri legati a lobbie (lì dichiarate fin dalla campagna elettorale), per fare in modo che alla fine ti ritrovi le stesse facce, se così come nello “zero X” sarai stato bravo a giocare, infine c’è sempre un “trasloco” di uffici o competenze, tale da far superare la metà del mandato e dover iniziare a pensare alla riconferma, attraverso un bel rimpasto e l’inizio di una lunga campagna elettorale.
Assettati e mettiti buonu, e la legislazione finì.
Qualche “roditore avrà raccolto il suo pezzo di formaggio prima di abbandonare la nave”, qualche “illuso resterà deluso” e qualche “disilluso continuerà a dire schifiuu” e in tutto ciò il “Magnifico Circo Zoltan” nel frattempo avrà smontato le tende per mettersi in marcia per una nuova meta.
Il cittadino – In parlamento avranno nel frattempo discusso di “genitori A, B e C”, avranno discusso di quanto dovranno pesare le “fette di formaggio” preconfezionate, avranno risuscitato finanche i macchinisti della locomotiva di Guccini lanciati a tutta velocità verso il binario morto…………….. ma la domanda che il cittadino si farà è sempre quella: “si, ma io che vi ho fatto?”
Mentre voi discutete sul da fare Sagunto non solo è stata espugnata, ma le sue case sono state messe all’asta giudiziaria dalle banche e la gente che nel frattempo vorrebbe capire “come ne usciremo fuori”, avendo prima “leccato la sarda” confortati da uno Zio Mario (a capo della banca europea) che con il suo accennato sorriso dichiarava «whatever it takes» (“costi quel che costi”), oggi si ritrova nelle mani di Christine che già con la sua fisionomia da “avvoltoio” è stata da sempre poco rassicurante, ma che adesso da novella Dracula al comando dell’AVIS, più che cercare ciò che si può fare qualunque sia il prezzo, ha trovato più semplice l’aumentare il costo del denaro ad ogni piè sospinto (perché lei tanto, non ha contratto mutui da pagare).
Conclusioni – Allora? Nelle more che decidiate a far diventare il nostro un paese serio, “arridateci Zio Mario” con un bello posto di Presidente e sono certo che lui saprà impegnarsi nella ricerca di un azzardato «whatever it takes» ancor prima di un banale e scontato aumento del costo del denaro, iniziativa storicamente irreversibile.
Un abbraccio un ignorante in politica e squattrinato Epruno.