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il fatto

Mazzette alla Motorizzazione civile di Palermo, trovati 590mila euro a casa di indagato

martedì 28 Febbraio 2023

La corruzione alla Motorizzazione civile di Palermo era una “consuetudine“. Ne è certo il giudice delle indagini preliminari di Palermo che, accogliendo la richiesta della Procura, oggi ha disposto gli arresti domiciliari per 21 persone: funzionari e dipendenti dell’ufficio e titolari di agenzie di disbrigo pratiche coinvolti in un maxi giro di tangenti.

Una inchiesta che svela per l’ennesima volta le condotte irregolari di diversi pubblici ufficiali disposti a chiudere un occhio in cambio di denaro. Una nuova bufera giudiziaria, dunque, si abbatte sulla Motorizzazione di Palermo, finita sotto inchiesta per la sesta volta dal 1996. E tra i protagonisti dell’indagine, coordinata dai pm del capoluogo e svolta dalla polizia, c’è un nome noto agli inquirenti, quello del funzionario dell’ente Luigi Costa. Durante la perquisizione della sua abitazione sono stati trovati 590mila euro in contanti. Accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, nel 2013 aveva patteggiato la pena di un anno e 3 mesi per falso e, anche allora, per accesso abusivo al sistema informatico. Il funzionario era stato spostato all’assessorato regionale ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla Motorizzazione. Oltre a lui sono finiti ai domiciliari 7 impiegati e 13 titolari di agenzie di disbrigo pratiche. Contestati i reati di corruzione, accesso abusivo al sistema informatico o telematico e falsità ideologica. L’indagine ha preso le mosse nel 2020 da accertamenti sul riciclaggio di autovetture e da un monitoraggio delle pratiche di nazionalizzazione, cioè di immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero, evase dalla Motorizzazione di Palermo.

E’ emerso così che negli anni le nazionalizzazioni effettuate all’ufficio della Motorizzazione Civile di Palermo avevano avuto un costante trend di crescita, passando dalle 7.740 del 2016 alle 20.465 del 2019. A colpire gli investigatori è stato inoltre che gli intestatari fossero per oltre l’ottanta per cento residenti fuori la provincia di Palermo e che la quasi totalità delle pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di agenzie palermitane, che, di fatto, avevano il monopolio del mercato. Consultando le banche dati, la polizia ha scoperto numerose anomalie e irregolarità nella definizione delle pratiche esaminate: non solo quelle di nazionalizzazione, ma anche di collaudo, di duplicati di carte di circolazione e di immatricolazione di macchine agricole. Nelle nazionalizzazioni, le pratiche sarebbero state perfezionate senza che la documentazione fosse completa o regolare; i collaudi dei veicoli, benché obbligatori, non sarebbero stati effettuati e i duplicati di carte di circolazione sarebbero stati emessi per modificare i dati dei veicoli in assenza dei requisiti previsti dalla norma. Secondo gli investigatori, otto funzionari della Motorizzazione assegnati alla così detta ‘area veicoli’, avrebbero chiuso un occhio sulle pratiche in cambio di soldi ricevuti dai titolari di alcune agenzie. Il denaro sarebbe stato messo all’interno delle cartelline con la documentazione che ciascuna agenzia depositava presso gli uffici della Motorizzazione per consentirne l’esame al funzionario addetto. In molti casi le consegne delle mazzette in favore dei pubblici ufficiali sono state riprese attraverso intercettazioni ambientali. Oltre 60 gli episodi per cui i pubblici ufficiali risultano indagati per corruzione.

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