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Puntata n°30

“Dopo uno stupro la vita si ferma, è come morire”, da donna Sarina il corto di Simonetta Pisano CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 13 Settembre 2023

Cosa succede quando i riflettori si spengono, quando la denuncia è stata fatta, il clamore per l’ennesima violenza si placa e la donna stuprata resta sola e prova a ricostruirsi? Spesso, molto stesso, scatta anche la vittimizzazione secondaria e i recenti fatti di cronaca a Palermo ne sono una testimonianza.

E’ proprio su questo “dopo” che guarda il cortometraggio realizzato dalla regista Simonetta PisanoDentro lo specchio” che ha vinto il prestigioso premio Adolfo Celi promosso dal Cirs. (QUI)

E’ la regista messinese (che è anche autrice) l’ospite della puntata numero 30 di donna Sarina.

Le ferite interiori restano per sempre e quando si spengono le telecamere ci si dimentica proprio di queste ferite. Non è solo l’atto in sé a fare male, lo stupro. C’è anche il dopo, perché la vittima, devastata nel corpo, è ferita anche nell’anima. La vita si ferma. Lo stupro può essere visto come un omicidio, viene vissuto come una morte. La vittima si trova sola davanti a un bivio, o rinascere o essere fagocitata. Ecco io ho voluto far vedere questa fase, attraverso la parola e l’immagine”.

Simonetta Pisano sottolinea l’importanza del cambiamento culturale, attraverso l’educazione non soltanto sessuale, ma educazione all’amore ed all’affettività, educazione al rispetto in un periodo in cui assistiamo alla mercificazione di tutto.

Oggi il no viene rifiutato, in ogni aspetto, sia esso il no di una donna, di un docente, di un genitore. Le nuove generazioni non sono abituate al no che invece fa crescere”.

Il monologo dal quale è nato “Dentro lo specchio” è stato scritto dalla regista quando aveva 20 anni, eppure, nonostante nel frattempo ne siano passati altrettanti, nulla è cambiato. Ancora oggi, spente le telecamere, le donne restano da sole e spesso quel danno all’anima che non ha cicatrici visibili resta per sempre.

L’attrice del cortometraggio è la giovanissima Valeria Di Brisco che riesce a far “sentire” allo spettatore i singoli momenti di un dolore che colpisce prima il corpo  e poi l’anima e che, come la marea riaffiora nel corpo (nel corso della puntata è possibile vedere il corto).

 

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