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L'analisi

Festa dell’Unità Pd: tutti forza Schlein o il fuoco cova sotto la cenere?

venerdì 29 Settembre 2023

E’ un po’ come alla vigilia delle grandi feste di famiglia, con l’atmosfera cordiale, gli abbracci, i sorrisi, e i mal di pancia e i rancori, anche decennali, nascosti dietro gli sguardi. Ci sarà il momento dei fratelli-coltelli ma non è questo. Insomma, alla Festa dell’Unità del Pd siciliano in era Schlein il clima è quello di fine estate, sereno, quasi dormiente, ma è da adesso che iniziano le fasi di posizionamento. Le scorie di quanto accaduto nella tormentata tornata elettorale del settembre 2022 pesano eccome, sono come il fuoco sotto la cenere e la resa dei conti, prima o poi ci sarà. Schlein e Bonaccini non s’incontreranno, intervengono in due giorni differenti, i dibattiti in programma serviranno a cementare equilibri vecchi e nuovi ed a mostrare ai due leader dem un partito che ha voglia di rivalsa dopo le deludenti Regionali e Politiche. In realtà tutti guardano alle Europee 2024 ed è su quel traguardo che, al di là delle dichiarazioni di facciata, la foto di famiglia somiglia più allo spot di Esselunga che non a quello del Mulino Bianco.

LE PRIMARIE DI FEBBRAIO

In Sicilia il voto dei gazebo, a fine febbraio, ha premiato Elly Schlein (QUI) che ha ribaltato con il 57,3% il risultato di quello dei circoli Pd che avevano visto in testa Stefano Bonaccini. Le roccaforti della segretaria nazionale Pd sono in Sicilia Occidentale, con Palermo che ha raggiunto a fine febbraio il 73%. Lo zoccolo duro di Bonaccini sono stati i tesserati storici, in particolare nelle zone di Messina, Ragusa, Agrigento, mentre a Catania è stato Burtone a dare del filo da torcere alla mozione avversaria.

EUROPEE: 2 POSTI LIBERI?

La vittoria di Schlein ha tenuto saldamente al suo posto il segretario regionale Anthony Barbagallo, nonostante le tempeste di polemiche che hanno preceduto e accompagnato l’election day di un anno fa. E’ tornato il sereno ma è proprio guardando alle Europee che ci sono conti da far quadrare. C’è un eurodeputato uscente in meno, Caterina Chinnici, candidata alla presidenza della Regione contro Schifani, ma che poche settimane dopo la sconfitta (è arrivata terza), è passata a Forza Italia (QUI). C’è quindi un seggio libero. L’altro posto è quello di Pietro Bartolo ma la sua ricandidatura nella circoscrizione Sicilia-Sardegna non è più scontata, secondo quanto si sussurra nelle retrovie. Carenti rapporti con il partito nell’isola non hanno reso idilliaci i rapporti e sembra che l’eurodeputato potrebbe essere schierato nell’Italia centrale.

CRACOLICI 

Se queste sono le premesse i posti in lizza potrebbero essere due. E sono due i dem che, sia pure con percorsi e motivazioni diverse, vedono nella candidatura alle Europee (che comunque sarà decisa a Roma) una sorta di “risarcimento” rispetto alle elezioni del settembre 2022. Da un lato c’è Antonello Cracolici, storico Pd, uno dei big dei consensi, che ad agosto, quando fu messo secondo in lista al Senato (posizione scomodissima se non impossibile), dopo Anna Maria Furlan (ex segretaria nazionale della Cisl) non le mandò a dire. Cracolici ritirò la candidatura ricordando che neanche Renzi che pure aveva fatto una carneficina era mai arrivato a mettere due non siciliani al primo posto delle candidature al Senato (oltre alla Furlan nel secondo collegio fu candidato Antonio Nicita, vicinissimo a Letta). Durissimo lo scontro tra Cracolici e Barbagallo che aveva nel frattempo incassato la sua candidatura. Alle primarie di febbraio Cracolici ha votato Cuperlo ma adesso guarda alle Europee ricordando proprio il “gran rifiuto” di settembre scorso e solletica anche le ambizioni del secondo in lista all’Ars che potrebbe subentrargli in caso di elezione a Bruxelles.

E LUPO

Chi guarda alle Europee con altrettante ambizioni è Giuseppe Lupo, ex segretario regionale Pd, ex parlamentare nazionale ed ex deputato regionale rimasto fuori dalle candidature alle Regionali 2022 per il veto della Chinnici (con l’avallo di Barbagallo) su candidati indagati. Anche in questo caso i rapporti tra Lupo e Barbagallo non sono eccellenti (per usare un eufemismo) e la strada per la candidatura alle Europee di un rappresentante dell’area Bonaccini non è in discesa, ma riequilibrerebbe conti che sono saltati un anno fa. Attualmente Lupo è consigliere comunale a Palermo e punta sia su un esito favorevole del processo che su eventuali deroghe della Schlein. Certo è che due candidati su due non in idilliaci rapporti con il segretario regionale lasciano intravedere scintille. Del resto in gioco non ci sono solo le candidature alle Europee, che pure a catena liberebbero caselle. C’è la guida del partito ed i “bonacciniani” non hanno nessuna intenzione di lasciare il pallino del gioco agli avversari. “Certo non accetteremo candidature calate dall’alto” avvertono.

TOTONOMI TRA LE DONNE

In quota rosa i nomi attualmente sono tre. Nel Pd palermitano c’è la consigliera comunale Teresa Piccione che guarda con interesse a un posto in lista, mentre a Catania è la deputata Ars (vera sorpresa delle regionali) Valentina Chinnici e a Messina Maria Flavia Timbro ex deputata parlamentare (subentrata alla Camera nel 2021 dopo la morte di Gugliemo Epifani). Entrambe rappresentano l’area ex Art. 1 e Maria Flavia Timbro fu già candidata alle Europee del 2009 nella circoscrizione Italia insulare (sfiorò le 15 mila preferenze).

In questo contesto ci sono gli equilibri di partito sia all’Ars che a livello regionale, tra i timori di chi vuol frenare i fedelissimi di Schlein e chi guarda alla segreteria regionale.

Del resto un conto sono i voti dei gazebo con l’aiutino dei non tesserati, un altro quelli reali delle urne. Il voto con le preferenze in questo senso è una roulette e non sempre le ciambelle riescono col buco. L’area Bonaccini alzerà le barricate al momento opportuno mentre intanto nei territori ci sono movimenti di posizionamento.

Da tenere d’occhio poi gli astri nascenti (nel Pd ce ne sono almeno due, Fabio Venezia vicino a Schlein e Calogero Leanza area Bonaccini), ma anche la posizione di un capogruppo Ars, Michele Catanzaro, che è con Bonaccini e che non si sente affatto “accerchiato”.

Ma tutto questo non è il tema della Festa dell’Unità del Pd. Ci sarà tempo.

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