La delibera di proposta di decadenza del consigliere comunale Maurizio Croce (l’ex candidato sindaco del centrodestra letto quale miglior perdente) approderà in Aula dopo la pausa delle festività di fine anno. (QUI) I capigruppo hanno infatti fissato all’ordine del giorno della seduta dell’8 gennaio la contestazione di ineleggibilità/incompatibilità sopravvenuta per l’esponente di Forza Italia.
INIZIO COI BOTTI
Il 2024 del consiglio comunale inizia quindi con i “botti” perché sarà una vera e propria resa dei conti dagli esiti del tutto imprevedibili. A presentare la delibera (che in realtà da mesi covava sotto la cenere), è il presidente dell’Aula, Nello Pergolizzi ma la vicenda interessa trasversalmente tutte le componenti e non vedrà nette contrapposizioni tra maggioranza e opposizione (peraltro il voto è segreto).
LE CONTESTAZIONI
Il caso Croce affonda le radici al giugno del 2022 quando l’allora candidato sindaco del centrodestra per scendere in campo lasciò l’incarico da soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico in Sicilia. Ruolo che riprese subito dopo la chiusura delle urne e la sconfitta. Maurizio Croce venne comunque eletto in consiglio comunale come miglior sfidante perdente di Basile, in base alla normativa, ruolo che però di fatto non ha ricoperto quasi mai. Stando alle contestazioni di Pergolizzi ed ai numeri di un anno e mezzo di sedute, Croce non ha raggiunto le 10 presenze su 150 sedute ed ha disertato tutte quelle di Commissione rinunciando nei fatti a quello che sarebbe dovuto essere il ruolo di “frontman” dell’opposizione al sindaco Basile.
In realtà il “caso” Croce è diventato tale solo a maggio, dopo che la battaglia per la presidenza (e le vice presidenze) del consiglio comunale dopo le dimissioni di Cateno De Luca diventato sindaco di Taormina, ha ribaltato le forze di maggioranza e minoranza. Oggi in Aula infatti la maggioranza dei numeri è a favore degli antideluchiani. Un equilibrio che si basa sui numeri e un’assenza in più o in meno in Aula pesa.
IL SECONDO INCARICO
Nel frattempo a fine ottobre il forzista Maurizio Croce ha avuto un altro incarico, il presidente della Regione lo ha infatti nominato nel comitato di gestione dell’Autorità portuale dello Stretto. Nel toto nomine estivo il nome di Croce era stato tra i papabili alla presidenza ma il ministro Salvini in vista della riforma dei porti ha optato per una soluzione tecnica ed il successore di Mega è l’ammiraglio Ranieri (QUI)
INELEGGIBILITA’/INCOMPATIBILITA’
Anche questa seconda carica, dopo la prima (soggetto attuatore del dissesto idrogeoligo) è finita al centro della richiesta di decadenza per ineleggibilità/incompatibilità sopravvenuta. Insomma, al di là delle assenze (contestazione che può valere sotto il profilo giuridico solo per quelle non giustificate) pesano i due incarichi sopravvenuti dopo l’elezione a consigliere comunale.
COSA PREVEDE LA LEGGE
La norma di riferimento è la legge regionale 31 del 1986, secondo cui «non sono eleggibili a consigliere comunale (…) i dipendenti civili dello Stato che svolgono le funzioni di direttore generale o equiparate, o superiori…». Per la normativa inoltre non può essere consigliere comunale colui che come amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento direttamente o indirettamente ha parte in somministrazioni o appalti della Provincia o del Comune.
Nel caso della nomina nell’AP c’è anche l’art.8 comma 1 della legge 39 del 2013. In questo caso non possono essere designati quali componenti del comitato portuale coloro che rivestono incarichi in organi di indirizzo politico di livello regionale o locale.La proposta di decadenza ha avuto il parere favorevole della dirigente Affari generali del comune Laura Strano.
A GENNAIO IL VOTO
La delibera approda in Aula l’8 gennaio ma trascorrerà l’intero mese di gennaio per consentire a Maurizio Croce di presentare contro deduzioni o far cessare le cause di ineleggibilità/incompatibilità sopravvenuta. Successivamente è previsto il voto del consiglio comunale. L’esito non è scontato sia alla luce dei nuovi equilibri dell’Aula sia anche guardando al post decadenza (o eventuali dimissioni di Croce).
CHI E’ ALLA FINESTRA
A guardare con attenzione cosa accadrà a Palazzo Zanca sono il Pd e Forza Italia. Entrambi i partiti infatti sostengono la stessa tesi rispetto a chi dovrebbe spettare il posto lasciato da Maurizio Croce. Stando al Pd il posto va al primo dei non eletti Alessandro Russo in base al calcolo dei resti mentre Forza Italia sostiene che quel posto deve restare nella stessa coalizione di Croce, quindi nel centrodestra ed a Sebastiano Tamà di Forza Italia. La questione quindi potrebbe anche avere puntate successive al Tar. Sia per Russo che per Tamà sarebbe comunque un ritorno in consiglio comunale.