Proseguono da ore e a ritmo serrato le trattative tra la maggioranza e l’opposizione sulla finanziaria regionale, ma ancora nessuna notizia. La seduta era stata convocata alle 13 ma non è mai iniziata a causa del mancato accordo tra governo regionale e opposizioni.
Il nodo rimane quello dei tempi di approvazione e dell’eventuale apertura del governo Schifani a finanziare emendamenti della minoranza al testo del ddl di stabilità. Dalla torre Pisana, l’ufficio del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, salgono e scendono i deputati dei due schieramenti, ma anche gli esponenti del governo Schifani pronto disponibile ad un confronto sereno e soprattutto diretto a trovare una intesa comune per votare la manovra entro il 31 dicembre e scongiurare l’esercizio provvisorio.
Un primo tentativo è andato a vuoto, ma si continua a trattare. Non è così per il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca che chiude le porte alla possibilità di trovare un accordo con il governo regionale.
Certamente la manovra sarà “parlamentarizzata”, una certezza più volte garantita dall’esecutivo per rassicurare le opposizioni. Dunque, tutti i partiti saranno coinvolti, ma sempre mettendo al primo posto la salvaguardia dei conti della Regione e il rispetto delle linea guida del governo, guidato da Renato Schifani, messe a punto nel ddl di stabilità.
Un ruolo fondamentale è quello rappresentato da Gaetano Galvagno, anche lui impegnato a facilitare il percorso della manovra finanziaria. Un dato è certo: la durata dei lavori l’aula dipenderà dal clima che le forze politiche vorranno instaurare per la discussione dello strumento finanziario. Secondo Galvagno e il governo l’esercizio provvisorio va scongiurato, poi si può pensare di approvare la manovra in tempi record – il 31 dicembre – e sarebbe una vittoria per tutti, oppure approvarla anche nei primi giorni di gennaio.
L’importante è garantire la certezza dei conti della Regione. Come presidente, Galvagno ha sottolineato che potrebbe contingentare i lavori non sulla base del regolamento parlamentare, ma della Costituzione. L’altra ipotesi sarebbe quella di fare leva, qualora fosse possibile, sulla fiducia da porre agli emendamenti, ma certamente “non serve creare un clima d’odio in aula”.
La presidenza dell’Ars è in grandissima sintonia col governo Schifani, nel frattempo si attendono i lavori a Sala d’Ercole.