Aron è morto. Per il cane bruciato vivo a Palermo martedì scorso le cure della clinica veterinaria nella quale era ricoverato non sono riuscite a salvarlo.
L’uomo di 46 anni che gli ha dato fuoco è stato denunciato, ma è libero, scatenando l’ira degli animalisti che hanno anche lanciato diverse petizioni per chiedere giustizia.
Qualche giorno fa l’uomo, riconosciuto dalle foto sui sociale, ha rischiato il linciaggio e sono dovuti intervenire i carabinieri per salvarlo dalla rabbia degli animalisti.
“La speranza di questi giorni si è spenta stanotte con la terribile notizia della morte di Aron, il cane bruciato vivo martedì scorso. Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale”. Lo afferma il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, annunciando che “il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda“. “Grazie all’azione di attivisti e associazioni – aggiunge il primo cittadino – oggi la sensibilità nei confronti degli animali è diversa rispetto al passato e voglio sottolineare l’impegno di chi si è prodigato per soccorrere e curare Aron, esempi da tenere a mente anche da parte delle istituzioni che devono proseguire lo sforzo a tutela degli animali”.
Di conseguenza alla triste notizia anche, Giovanni Giacobbe, il Garante Regionale dei diritti degli Animali per la Sicilia ha annunciato che si costituirà, insieme al Comune, parte civile contro l’autore che ha dato alle fiamme il suo cane.
Giacobbe, psicologo ed esperto di neuroetica del benessere animale afferma: “Occorrerebbe fare sentire tutto il nostro sdegno a Roma. Da quando lo Stato ha avocato a sé la potestà legislativa esclusiva in materia di diritti degli animali con la modifica dell’Art. 9 della Costituzione, è noto che la Regione non abbia più gli strumenti per legiferare in maniera tale da riuscire a prevenire né (ovviamente) a punire questi esecrabili reati perpetrati in danno degli animali”.
Il garante della Regione Siciliana ha inviato una relazione alla commissione giustizia del governo Meloni in cui ha evidenziato che: “Al giorno d’oggi, tutti i Paesi occidentali si sono dotati di leggi che sanzionano la crudeltà ed il maltrattamento verso gli animali, ma l’Italia purtroppo è ancora indietro. Il progressivo evolversi della sensibilità collettiva nei confronti degli animali, connesso al crescente allarme sociale per la crescita esponenziale di fenomeni di maltrattamento e sfruttamento di varia natura, rendono certamente opportuno un nuovo intervento legislativo”. Nella sua relazione chiede se “le sofferenze degli animali, non continuano forse ad essere oggetto di rilevanza penale solo in quanto mediate dalle conseguenze sulla sensibilità umana che queste comportano?”
“Intanto, certamente, come Garante Regionale dei diritti degli Animali, mi costituirò parte civile al processo contro l’autore di questo abominio”, conclude Giacobbe.