La verità è che siamo un Paese di ipocriti ed ancor di più durante le campagne elettorali. Quanto sta accadendo con la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro è emblematico. Ne è una prova lo sdegno con il quale l’europarlamentare Piernicola Pedicini candidato con la lista “Pace Terra Dignità” di Michele Santoro ha rifiutato le firme raccolte dalla Dc rispondendo all’appello dello stesso ex giornalista Rai. “Stiamo raggiungendo l’obiettivo delle 15 mila sottoscrizioni in questo collegio- ha detto Pedicini- E ora che, con la sola forza delle nostre idee, il risultato è ad un passo, non consentiremo che questo percorso straordinario sia infangato da esponenti di quella vecchia classe politica come Totò Cuffaro, che per decenni hanno affossato il Paese e il Sud”.
FIRME DIVERSAMENTE PROFUMATE
Una sindrome dell’Immacolata Concezione che considera diversamente profumate persino le firme raccolte dalla Dc in aiuto di una lista che ne ha bisogno per partecipare alle Europee. L’orrore per la donazione della raccolta firme viene dopo il no ad inserire il simbolo Dc in lista, il no ad ospitare un candidato/a ufficiale della Dc (vedi i casi Forza Italia e Italia Viva) ed il “sì ma solo di nascosto” all’ipotesi di un appoggio ad un nome di altro partito.
TOTO’ L’AMANTE
Totò Cuffaro è diventato come l’amante da nascondere nell’armadio all’occorrenza ma soprattutto nei week end e nelle feste comandate per non rovinare il quadretto familiare. Fin quando l’ex governatore della Regione miete consensi in terra sicula con tanto di deputati Ars, assessori regionali e amministratori negli Enti locali va tutto bene. Quando però esce dall’armadio e vuol partecipare alle feste di Natale e di Pasqua le cose cambiano. La condanna (peraltro scontata interamente e in carcere, caso unico in Italia per un politico) esce dal cilindro non appena il peso dei consensi in Sicilia potrebbe fare da ago della bilancia tarpando le ali ad ambizioni altrui. Stessa cosa nell’ipotesi di un sostegno esterno ad uno dei candidati di altri partiti.
PURCHE’ RESTI IN SICILIA
Lo Stato italiano e la legge hanno chiuso da tempo (anche con la riabilitazione) la “questione Cuffaro”, il mondo della politica no. Come con la “seconda famiglia” o il figlio illegittimo, l’importante è che Cuffaro resti nell’armadio (la Sicilia) e diserti le festività ufficiali. In caso contrario persino le firme raccolte tra i siciliani sono contagiose come la peste bubbonica. Non a caso Pedicini conclude: “Abbiamo raccolto le firme a novantamila cittadini onesti a cui abbiamo stretto mani, che abbiamo conosciuto ai nostri banchetti per strada, alle nostre iniziative pubbliche e che ci avvicinano e ringraziano ogni giorno per quello che stiamo provando a costruire con il loro sostegno”. Se ne deduce che quei siciliani che volevano comunque sottoscrivere per la lista Pace, Terra e dignità ma su fogli raccolti dai Dc abbiano mani più difficili da stringere?
Dall’1 maggio, a liste ufficiali presentate, scatterà la caccia al voto e quello che fino a ieri aveva un pessimo odore potrebbe diventare Chanel n°5. Purchè non si sappia in giro.