Tra i 67 siti individuati per i depositi di scorie nucleari in Italia (di cui 4 in Sicilia) non è incluso il sito che attualmente detiene una buona porzione delle scorie radioattive nazionali: Trino Vercellese. Il dato emerge dalla pubblicazione online lo scorso 5 gennaio della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CnapI) che ha dato avvio alla fase di consultazione pubblica attesa da oltre 5 anni.
La questione potrebbe rientrare nella norma: il Comune ha ‘ospitato’ i rifiuti nucleari per diverso tempo e adesso è arrivato il momento di dire basta. Logico. Se non fosse per un piccolo particolare: l’amministrazione comunale che oggi guida Trino quelle scorie non le rifiuta affatto. Tutt’altro: “Siamo pronti all’eventualità di raccogliere i rifiuti, ma ci hanno escluso dall’elenco. Se ce lo chiederanno ne discuteremo”, ha affermato il sindaco Daniele Pane a La Repubblica.
Va detto che non è prevista la possibilità di richiedere l’accoglimento dei rifiuti per il proprio comune, come ha spiegato lo stesso Pane, ma certo è che davanti alle levate di scudi di tanti politici che hanno rigettato l’ipotesi di ‘ospitare’ questo tipo di scorie nel proprio territorio, quello del primo cittadino suonerebbe quasi come una possibile soluzione da tenere in conto.
A fare da eco a Pane è stato il leader del suo partito, Matteo Salvini, che ha parlato di “un’altra follia del Governo” che “Riesce a indicare 67 Comuni che non vogliono questo impianto, dimenticando i pochi Comuni che vogliono questo impianto, fra cui quello di Trino Vercellese. Cioè riescono a individuare località in Sardegna, in Toscana o in Puglia assolutamente inadatte ed escludono località che già occupano parte del loro territorio con dei depositi provvisori. Buon senso vorrebbe che si concludesse il percorso fatto“, sono state le parole del numero 1 del Carroccio.
E in Sicilia come hanno preso la vicenda? A esprimersi è stata l’Eurodeputata eletta nell’Isola in quota Lega Francesca Donato: “Si sta parlando molto del problema dello stoccaggio di scorie e rifiuti radioattivi nelle regioni del centro e sud Italia – ha scritto Donato su facebook – La società pubblica che gestisce la chiusura delle centrali nucleari, Sogin, ha pubblicato un elenco dei siti che rispondono ai requisiti richiesti per la creazione del deposito nazionale unico, che nel progetto pubblicato sul sito stesso è in programma da anni e per la cui ritardata realizzazione siamo sotto procedura di infrazione europea. È un fatto che questo elenco sia stato reso pubblico senza un preventivo negoziato con i territori in questione. Ciò che risulta ancora più singolare, però, è che nell’elenco pubblicato non sia ricompreso l’unico sito che ha fatto espressa richiesta di divenire deposito unico nazionale, avendo già tutte le caratteristiche per essere scelto: quello dell’ex centrale nucleare di Trino Vercellese. Legittimo chiedersi il perché di questa insolita procedura“.