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Una cravatta?

“Vestirisi comu i Cristiani”

domenica 2 Marzo 2025

Carissimi

il più delle volte la satira prende spunti da episodi seri che assimilati alla vita quotidiana di ognuno di noi evidenziano possibili scenari.

La Von der Leyen, anche detta “Ursula” è madre di sette figli, ma a discapito di quella sua figura algida teutonica, non appena vede “lui” Volodymyr Oleksandrovyč, ci acchiana a “giugiulena”, sarà una questione di chimica come direbbero i giornali d’incontri per single, ma di fatto appena vede questo “bruno caucasico ucraino”, si scioglie tutta, sarà il maglione militare che porta sempre, sarà quel suo passato da attore, ma c’è poco da fare, lei a “Zel” non lo vuole toccato.

Ora come si può “riappattare” la settanta, dopo aver visto in TV, davanti a tutto il mondo il suo “cucciolo” maltrattato in quell’agguato mediatico “dall’immobiliarista dal ciuffo biondo” e dal suo scudiero vice e addirittura dopo che è stata criticata la scelta di vestire “l’adorato maglione”?

Già che Trump appena arrivato neanche ci parla con Ursula, ma lei se ne è fatta una ragione, abituata come è con gli uomini forti ad esser maltratta, ricorderete quando Erdogan la lasciò in piedi, ma questo affronto a “Zel”, non sarà facile da digerire.

Volodymyr di contro, aveva ormai preso l’abitudine a rimanere al centro dell’attenzione ed essendo l’invitato in ogni contesto, l’ospite d’onore, dalle riunioni politiche dei potenti alle manifestazioni canore e a qualunque tipo di convention che attraverso la sua presenza cercava allo stesso modo di qualificarsi, una volta avuta l’occasione di esser invitato alla Casa Bianca per un tu per tu, mancu ci parsi vero.

Purtroppo, la storia ha ripreso a correre e “Zel” non è stato in grado di ricorrere alla dovuta esperienza nella lettura dei tempi che cambiano e nell’alternarsi dei personaggi attorno alla tavola del potere è caduto nella trappola di continuare con il suo canonico discorso apprezzato ai tempi di Biden, ma poco gradito dal nuovo inquilino della sala ovale.

E così da piazzista di successo che con le sue turnè era riuscito a chiedere aiuti a destra e a manca, e a tentare di coinvolgere l’Europa e gli Stati Uniti in una guerra che da difensiva col passare del tempo aveva iniziato ad avere ambizioni aggressive, ecco che il personaggio è stato ridimensionato in un attimo e ridicolizzato con atteggiamento bullistico nello studio dell’uomo più potente de mondo.

Ora immaginate uno “Zel” delle nostre parti e abitante in uno di quei quartieri della ns città che si sente fare una osservazione del tipo: “ma bella, avirità, giusto ci pare che davanti al presidente degli Stati Uniti, in una sala del genere lei si appresenta vistuto di questa maniera, cu u magghiuni? Non ne aveva giacca e cravatta?

Sarebbe bastato solo la frazione di secondi per esser sicuro di aver compreso bene prima di alzarsi e posizionare una “testata” non nucleare, sul naso del giornalista lasciandolo per terra, prima di accennare ad una risposta:

Mi scusi, anche Musk veste in modo irrispettoso, mette il cappellino da baseball e porta il figlioletto alle riunioni alla Casa Bianca, che ce ne pare?

Sappiamo bene che la replica a questa risposta sarebbe stata: “ma Musk ha i soldi ed è miliardario, lei viene sempre qua p’addumannari”.

Vero è, ecco perché a chiunque di noi sarebbe subito venuto in mente di alzarsi, salutare tutti e andarsene e invece no, a quel livello di potere, la diplomazia è un’arte, chi ha la mia età ricorderà di ben più importanti trattative di pace nelle quali si perdeva tempo a scegliere il tavolo e quanti lati dovesse avere, o se doveva essere circolare o ellittico.

In un incontro pubblico organizzato alla Casa Bianca con tutta la stampa dopo i convenevoli le conclusioni e i comunicati vanno lasciati agli esperti della comunicazione o alle conferenze stampa, l’aver dato trasparenza all’incontro o parte di questo, non ha giovato alla simpatia o alla costruzione di una verità.

È vero, l’immobiliarista dal ciuffo biondo ha manifestato un atteggiamento volgare, frutto di una indole ormai conosciuta, ma c’era bisogno di organizzare un viaggio alla Casa Bianca per ricordare che Putin è un aggressore e un tiranno? L’insistenza dell’uomo dei maglioni a ritornare sulla narrazione di vicende note a tutti ma che in quel contesto andavano superate ha irritato chi lo stava ospitando.

Con un po’ più di esperienza bisognava prendere insegnamento da Xi Jinping con quella sua faccia sempre con la stessa espressione ferma, come chi nasconde di averne “mollata una” e sta insieme agli altri a chiedersi: “ma che puzza, chi è stato?

E invece no, cadere nel tranello di controbattere pure al “vice” figura che in qualunque contesto, alla presenza del titolare, non conta un “ca…”, anzi viene mandata in giro ad inaugurare e tagliare nastri, figuratevi parlare, interrompendo il presidente.

Dare l’impressione di chi non vuole trattare, si arrocca nella propria ragione e guadagna tempo, mentre in tasca portava un “pugnetto di terra rossa” e in più venire allontanato dall’aula come avveniva agli scolaretti delle elementari, indisciplinati.

Sono certo che, se in questi anni, non fossero stati fomentati dall’occidente, in primis dagli stati uniti e dagli opportunisti colonialisti inglesi e francesi, gli ucraini avrebbero già da tempo trovato l’opportunità di un cessate il fuoco e di una resa onorevole, ma a quel punto noi, le armi a chi le avremmo vendute?

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