Di Samuele Arnone e Joska Arena
Dopo aver affrontato il dolore e la solitudine dei genitori con figli dipendenti dal crack nella prima parte dell’intervista de ilSicilia.it con Olga Vicari, presidente dell’associazione SOS Genitori, continuiamo l’approfondimento su questa emergenza che sta devastando diverse famiglie a Palermo e molte altre città italiane.
In questa seconda parte, Olga Vicari mette in luce le criticità dei servizi di assistenza, il ruolo della rete sociale e familiare, e l’importanza di una risposta concreta per evitare che sempre più giovani finiscano per strada.
L’INTERVISTA
L’isolamento delle famiglie: un aspetto sottovalutato
Spesso si parla del dramma delle dipendenze dal punto di vista medico e sociale, ma raramente viene dato spazio all’esperienza delle famiglie. “Le famiglie devono ancora raccontare tutta la loro esperienza”, spiega Olga Vicari. “Il cambiamento nella società e nelle droghe è stato così rapido che i servizi non sono riusciti ad adeguarsi. Ci troviamo davanti a genitori che chiedono aiuto, ma trovano risposte inadeguate”.
Un aspetto particolarmente critico è l’impreparazione dei servizi pubblici ad affrontare questa nuova emergenza. “I servizi sono rimasti fermi a un modello che non risponde più alla realtà di oggi”- sottolinea Vicari – “Il crack è una droga che cambia le persone in modo rapido e devastante, ma i servizi di assistenza, i CERT e le strutture sanitarie funzionano ancora come se ci trovassimo di fronte ad altre tipologie di dipendenze”.
Sanità pubblica e salute mentale: risorse insufficienti

Un altro problema grave è la progressiva riduzione delle risorse per la sanità pubblica, in particolare per i servizi di salute mentale. “Abbiamo una sanità pubblica ridotta all’osso, con pochi operatori e servizi che non riescono a rispondere all’emergenza. –sottolinea Vicari –La combinazione tra una crisi sociale crescente e un sistema di assistenza che non si è evoluto sta lasciando sempre più famiglie senza supporto”.
La presidente di SOS Genitori insiste sulla necessità di un cambiamento strutturale: “Le famiglie che chiedono aiuto trovano ostacoli enormi. Servono più operatori, più risorse, più strumenti per affrontare una crisi che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuole realmente vedere”.
Centri a bassa soglia: una soluzione necessaria ma non sufficiente

Recentemente, la Sicilia ha compiuto un passo importante approvando la prima legge regionale sul crack. Uno degli aspetti chiave della normativa è l’attenzione ai centri a bassa soglia, strutture che accolgono chi è in una fase avanzata della dipendenza e non ha una rete di supporto familiare.
“Questi ragazzi non hanno più una casa, non hanno più nulla. I centri a bassa soglia servono proprio a offrire loro un primo contatto, senza chiedere nulla in cambio, solo per aiutarli a restare vivi”, spiega Vicari.
Tuttavia, la legge da sola non basta. “Abbiamo bisogno di più risorse per questi centri, e soprattutto dobbiamo pensare anche alle famiglie che restano accanto ai loro figli. Non esistono abbastanza centri diurni per supportare chi vuole iniziare un percorso di recupero ma non può allontanarsi da casa”, avverte Vicari.
Prevenzione e lavoro: la chiave per salvare una generazione

La dipendenza da crack non può essere affrontata solo con misure emergenziali. Serve una strategia di lungo termine che coinvolga scuole, famiglie, e il mondo del lavoro. “Abbiamo bisogno di adulti formati, di insegnanti e operatori capaci di riconoscere i segnali del disagio prima che sia troppo tardi”, afferma Vicari.
“E dobbiamo offrire ai giovani alternative concrete: il lavoro è una risorsa fondamentale per dare dignità e autonomia ai ragazzi”, aggiunge.
Il messaggio alle famiglie: non siete soli

A chi si trova a vivere questa situazione, la presidente di SOS Genitori Olga Vicari lancia un messaggio di speranza: “L’impotenza si supera insieme. Nessun genitore deve affrontare questa situazione da solo”.
“Chiedere aiuto, unirsi ad altre famiglie, entrare in contatto con realtà come la nostra permette di trovare una strada. E la strada esiste: è lunga e difficile, ma con il sostegno giusto si possono raggiungere risultati che sembrano impossibili”, conclude Vicari.